Marantz 9

Buonasera Sig. Ambrosini
Le scrivo principalmente per complimentarmi con lei da vecchio appassionato audio per la passione e competenza che trasuda dal suo sito.
Da qualche tempo la seguo con interesse e sto leggendo molti suoi articoli. Mi sono sorpreso ieri di veder citato in un suo articolo i Marantz 9 come esempio di linearità.
Questo l’articolo a cui mi riferisco https://hifiaudio.altervista.org/amplificazione-in-corrente-o-in-tensione/
Io ho i 9 da molti anni insieme a tanti altri amplificatori, non credevo però ci fosse una differenza del genere sulle risposte in frequenza addirittura con un ongaku!
Il mio livello tecnico è molto terra terra ma ho trovato molto interessante la sua spiegazione.
Trovo però che anche i 9 abbiano una loro spiccata personalità, tipicamente valvolare che me li fa amare su musica classica/sinfonica mentre preferisco optare per un vecchio Electrocompaniet in classe A per l’ascolto del jazz.
La differenza potrebbe dipendere da una linearità ancora migliore o da quello che lei chiama cci ? O è una differenza che rimane tra valvole e transistor?
Buona giornata e continui così!
Gianpaolo xxxxxxx

Gent.le Gianpaolo
La ringrazio per i complimenti, in questo distratto mondo fa piacere riceverli di tanto in tanto 🙂
Il suo Electrocompaniet da 25w in classe A è stato sicuramente un valido (e raro) apparecchio che ha di fatto costruito la reputazione su cui la Electrocompaniet ha campato per gli anni a venire. A dire il vero sono molti i marchi che a fronte di un singolo prodotto costruito con una validità chiaramente distinguibile dalla media vengono poi a sfruttare la reputazione guadagnata costruendo poi oggetti che non hanno più la stessa valenza sonora (vedi il DR3 per quanto riguarda Classè Audio, l’SP3 per quanto riguarda Audio Research, i DM6 per quanto riguarda B&W, i DQ10 per quanto riguarda Dahlquist….etc etc).
Non avendo mai misurato quel modello di Electrocompaniet non posso pronunciarmi per quanto riguarda la linearità su carico reale ma sono fiducioso sul fatto che possa essere di ottimo livello dal momento che il periodo in cui era costruito non aveva ancora subìto l’influenza di alcune deleterie mode progettuali che solo negli anni successivi hanno trovato un seguito. Anche però ipotizzando che i due amplificatori avessero la stessa identica risposta in frequenza su carico reale rimarrebbe comunque una differenza di suono…non dovuta a valvole o transistor ma al come le valvole e/o i dispositivi a stato solido vengono interfacciati circuitalmente e telaisticamente con un particolare problema di propagazione di disturbi ad alta frequenza….il CCI che lei cita è la sigla (che significa “Circuit Chassis Interface”) che ho coniato nel 2004 per identificare l’implementazione sistematica che personalmente applico al fine di risolvere quanto più possibile tale problema sui miei apparecchi (LT), un’implementazione che negli anni 1974-85 veniva già applicata da un marchio tedesco che avrà notato essere più volte citato sul mio sito. Ascoltare un ampli full CCI a confronto con qualunque apparecchio convenzionale a valvole o a stato solido fa comprendere come la diatriba “valvole o transistor” sia ampiamente superabile conoscendo quali sono i problemi reali da risolvere.
Cordiali saluti
Massimo Ambrosini