LINEAR TRANSFER

Labor omnia vincit

La storia della ricerca audio legata agli LT è coprensibile solo leggendo la storia della mia vita qui.
Fin dal 1983 l’obiettivo è sempre stato quello di conseguire la massima trasparenza possibile su ogni elemento della catena.
Da intendersi col termine “trasparenza” il senso letterale di tale termine: solo se osservate un paesaggio attraverso un vetro perfettamente trasparente (quindi non deformato e non colorato) potete vederlo come se il vetro non esistesse.  Attenzione quindi a non interdere col termine “trasparenza” certi suoni asettici, eterei e ipercaratterizzati che non hanno nulla a che fare con la corretta interpretazione di questo termine. Solamente in presenza di autentica trasparenza si è in grado di far passare integre tutte quelle sfumature di intonazione, feeling, vivacità, pienezza e tridimensionalità che rendono la musica libera e coinvolgente.
LINEAR TRANSFER sottolinea la necessità di una funzione di trasferimento lineare ingresso/uscita per poter lecitamente parlare di alta fedeltà.
In questi apparecchi si tiene conto inoltre che, a fronte di un’unica uscita, non si ha mai a che fare con un unico ingresso in un’amplificazione reale.
Da questa e da altre considerazioni nate dalla ricerca in ambito EMI (Electromagnetic Interference) e sulle “interferenze vibrazionali”, si deve la lunga evoluzione che gli apparecchi LT hanno avuto e che ha portato alla qualità del suono odierna.

Trovate i vecchi modelli LT qui : LT Heritage


(1986 > )  Modifica cd player

I risultati che derivano dalla suddetta ricerca, e che ad iniziare dal 2004 sono stati riassunti nell’acronimo CCI (Circuit Chassis Interface), determinano di gran lunga la principale causa del suono di un’elettronica a parità di linearità di risposta in frequanza.
Ciò comporta come risultato che i vari lettori cd, una volta modificati, suonano pressoché indistinguibili tra loro ma nettamente distinguibili da tutti gli altri.
Per chi ritiene (seguendo le indicazioni di mercato) che sia di fondamentale importanza per il suono l’unità di conversione utilizzata o la meccanica di lettura utilizzata tengo a disposizione un lettore dvd da 30 euro modificato con cui consiglio l’ascolto a confronto con qualunque lettore convenzionale indipendentemente dal prezzo.
Un ascolto molto istruttivo per valutare quali sono le grandezze realmente influenti sull’ascolto.

Le piccolissime varianti tra lettori modificati (veramente sfumature se la modifica è aggiornata alla versione NTS), non sono dovute alle differenti unità di conversione ma alle minime differenze di applicabilità della modifica e alle minime differenze di risposta in frequenza presenti tra i vari modelli.

Se avete lettori su cui avete fatto applicare le classiche modifiche tanto in voga (rifacimento dello stadio di uscita, zero oversampling, surdimensionamento dell’alimentazione, etc), può essere un’esperienza molto interessante ed istruttiva fare un confronto diretto con un lettore mod. LT se siete abiituati ad ascoltare con le vostre orecchie e liberi da pregiudizi.

Per chi ama la musica liquida due network player modificabili con analoghi risultati sono il Pioneer N-30AE o il più recente Cambridge AXN10.
Tra apparecchi full CCI e apparecchi che non lo sono (come ad esempio il router di casa) è importante vi sia separazione galvanica per cui, a fronte di riproduzione di musica liquida, è consigliabile utilizzare la connettività wifi e non quella via cavo verso il router.


(1988 > )  MA25 – MA50 power amps

Il frutto dell’evoluzione di una vita di lavoro: due finali stereo rispettivamente da 25W/ch e 50W/ch RMS su 8 ohm dimensionati per pilotare agevolmente anche carichi di 2 ohm mantenendo una risposta in frequenza su carico reale impeccabile a fronte di una ridottissima impedenza di uscita. Quanto di meglio per annullare le colorazioni sul suono permettendo quel rispetto che la musica merita. Sono apparecchi che assomigliano dal punto di vista della libertà sonora molto più ad un monotriodo che non ad uno stato solido…ma con una linearità che nessun monotriodo può avere.
Potete vedere la risposta in frequenza su carico reale qui


(2009 > )  MA100 power amp

Un amplificatore da 100W/ch RMS per canale su 8 ohm con capacità di pilotaggio senza limitazioni di corrente fino a carichi di 2ohm. Per chi ha diffusori impossibili da pilotare o saloni molto grandi da sonorizzare. Molto lavoro è stato svolto al fine di mantenere le caratteristiche musicali dell’MA25 ed MA50. Anche su questo modello al fine di mantenere ridotte le fluttuazioni delle correnti di massa viene adottata un’alimentazione con trasformatore di bilanciamento a valle del trasfo principale (da 1KVA ). Al pari degli altri LT l’impedenza di uscita è mantenuta quanto più bassa possibile per avere il miglior comportamento in termini di linearità su carico reale.
Qui la risposta in frequenza su carico reale


(2014 > )  MA10 tp amplifier

L‘MA10tp è un amplificatore integrato dotato di telecomando e con ingresso phono MM (opzionale), capace di 50W/ch su 8 Ohm e dimensionato per pilotare carichi fino a 3 Ohm nominali. Anche in questo caso, oltre ad una cura certosina dell’ottimizzazione circuito/telaio, si utilizza un trasformatore di bilanciamento posto a valle del trasformatore duale principale. Tale trasformatore, bilanciando le fluttuazioni di tensione sui due rami di alimentazione, riduce drasticamente le fluttuazioni delle correnti di massa riducendo di conseguenza la distorsione effettiva (percepibile come degrado sonoro) del segnale in transito anche con carichi particolarmente difficili.
Consiglio di ascoltarlo se siete curiosi di comprendere quanto possa un’amplificazione fare cambiare la sonorità esprimibile da un impianto stereofonico.

Da telecomando si comanda accensione/spegnimento, volume, selezione ingressi e muting.
Qui la risposta in frequenza su carico reale


(2019 > ) MA-X  Class A power amp

Sono passati quasi trentacinque anni da quando la prima versione dei mono MA100 (vedi LT Heritage) era in classe A, avevano circa 20 W su 8Ohm in classe A pura ed erano delle vere e proprie stufette. Abbandonai tale scelta ritenendola dannosa all’ascolto: aumentare la corrente di polarizzazione in un amplificatore significa anche aumentare le spurie ad alta frequenza che nascono a seguito del raddrizzamento dell’onda alternata e che si chiudono sul percorso di massa. Le preferenze che il mercato ha per i finali in classe A sono solo derivanti dal pensiero pregiudiziale che questi siano concettualmente superiori ma non si pensa a questo aspetto che è invece profondamente deleterio. Fate caso che normalmente all’ascolto tutti gli ampli in classe A sono piuttosto “magri” in basso (e spesso pure piuttosto “nervosi”). Solo un amplificatore evita questo inconveniente ed è il vecchio Sumo The Nine sul quale si utilizza una circuitazione intrinsecamente bilanciata e con massa di potenza totalmente svincolata dalla massa del segnale: praticamente una circuitazione circlotron “migrata” dalle valvole allo stato solido e brevettata da Jim Bongiorno all’epoca. Non conosco altre strade per rendere possibile la costruzione di un classe A che non abbia inconvenienti. Ma dopo l’onere di fare un circlotron full CCI cosa si guadagna rispetto agli altri finali LT?
La stabilità termica del punto di riposo determina all’ascolto un piccolo (minimo) vantaggio a fronte di programmi musicali che abbiano una certa escursione dinamica. Non è quindi un vantaggio che si ha con tutti i dischi. Se poi questo piccolo vantaggio valga il costo, decisamente superiore, di tale scelta beh, questo è decisamente soggettivo. Questo amplificatore utilizza, al fine di avere una vasta superficie di dissipazione, il medesimo telaio impiegato sull’MA100.


(2019 > ) MA10 tpx preamplifier

Dal 1995 non costruivo più un preamplificatore. Mi sembrava inutile in quanto il suono che cercavo era comunque già fornito da apparecchi come X6500tp Grundig o dall’accoppiata X7500 + T7500. Mi è tornata la curiosità di costruire un preamplificatore nel momento in cui ho ripreso in esame l’utilizzo del trasformatore 1:1 da utilizzare a valle del secondario del trasformatore principale, ovvero la soluzione brevettata da Onkyo verso la metà degli anni 80 con il nome “real phase”. Tale soluzione, ora liberamente utilizzabile a fronte del decadimento dei tempi di durata del brevetto, comporta un miglioramento molto simile a quello messo in atto in Grundig con l’impiego del tuner, con la differenza che questa è una soluzione “sommabile” ovvero è impiegabile con benefici sia sul preamplificatore che sul finale di potenza. Poter quindi approcciarsi ad un apparecchio che al pari di un X6500tp è totalmente telecomandabile, risolve gli stessi problemi di sonorità essendo anch’esso un full CCI, ma non ha i problemi di affidabilità derivanti dall’età di questo glorioso sinto-pre Grundig, può essere una buona ragione per affrontare la costruzione di un preamplificatore. L’MA10tpx dispone di un ingresso phono MM e di tre ingressi di linea. L’ingresso phono presenta sia connessioni DIN che RCA mentre le connessioni sono solo RCA per gli ingressi linea. La circuitazione RIAA adottata è identica a quella dell’integrato MA10tp, mentre sull’MA10tpx viene adottato (a differenza dell’MA10tp) uno stadio di preamplificazione di linea attivo funzionante in classe A.


(2025 > ) DSL Phased

Se i precedenti DSL univano insieme due aspetti molto importanti per una fedele riproduzione con immagine “simil monovia”, i DSL Phased a questi due aspetti ne sommano un terzo che solo in tempi recenti (Marzo 2024, a seguito della conoscenza dei prodotti Dunlavy) ho riscontrato essere non meno importante: la coerenza temporale.
Oltre ad una necessaria linearità di risposta in frequenza, i tre pilastri che ho riscontrato essere fondamentali al fine di una corretta ricreazione timbrica e prospettica sono:
1) sospensione pneumatica…non è possibile approcciarsi ad un discorso di fedeltà assoluta senza confinare l’emissione posteriore.
2) radiazione simmetrica MTM…l’unico modo per simulare un monovia evitando distorsioni d’immagine dovute alla collocazione degli altoparlanti su pannello.
3) coerenza temporale…una risposta all’impulso pressochè perfetta che “tradotto” dal linguaggio tecnico significa non solo una risposta in frequenza lineare ma anche e soprattutto una risposta in fase altrettanto lineare.

Prima della nascita dei DSL Phased i diffusori Dunlavy (marchio americano che cessò l’attività nel 2002 ed il cui progettista non è più tra noi dal 2007) era l’unico sul pianeta che aveva posto in essere su tutti i modelli prodotti della principale serie SC (Signature Collection) questi tre pilastri fondamentali.
Ai giorni nostri sembra che l’accuratezza della riproduzione non sia più nei pensieri dei progettisti audio ma i pensieri siano di ben altra natura…
I DSL Phased sono nati a seguito di un progetto durato nove mesi ed ultimati a Gennaio 2025. Trovate qui i rilievi strumentali effettuati sul diffusore.
Questi diffusori si adattano bene sia ad un “caso A” del metodo che ad un “caso B” mentre per renderli adatte ad un “caso C” è disponibile un adattatore passivo da inserire tra pre e finale (realizzato all’interno di un connettore DIN) che simula il rinforzo di una terza parete (che in un “caso C” è mancante). Trattasi di un esaltazione sull’estremo basso che si ottiene attenuando di 3dB tutta la gamma al di sopra dei 55Hz.


(2025>) DSL Phased Small

A seguito dell’esperienza fatta sui DSL Phased nascono i DSL Phased Small adatti ad ambienti di dimensioni più ridotte. Valgono le stesse considerazioni fatte sopra a proposito dei DSL Phased tranne che per la collocazione: questo modello è posizionabile sia a scaffale (avendo cura di porre il pannello frontale a filo della parte anteriore del ripiano) che su piedistallo da 60cm (con cui vengono a trovarsi mediamente con il tweeter all’altezza delle orecchie). La possibilità di installazione a piedistallo offre la massima flessibilità in tal senso permettendo, con l’utilizzo di piedistalli scelti o costruiti ad hoc, di poter sempre allineare l’altezza delle orecchie con l’altezza del tweeter per ogni tipo di casistica di seduta.
Qui i rilievi strumentali effettuati sul diffusore.


Chi vi scrive ha dedicato gran parte della sua esistenza alla comprensione e allo studio dell’influenza che alcuni fenomeni fisici hanno sulla resa sonora delle elettroniche in genere, ma non ha mai trovato il coraggio di intraprendere un’attività commerciale in un settore dominato da “ricerche” più orientate al come rendere accattivante l’estetica di un apparecchio (sia esterna che interna) che al renderne autentica la sua sonorità.
Il risultato di questo lavoro comunque esiste ed è ascoltabile.
Se non fate parte di quel 95% di audiofili che hanno in casa il “miglior impianto del mondo” (e ascoltano tre dischi test…) ma vi siete resi conto nel vostro percorso audio di aver speso decina di migliaia di euro senza mai raggiungere effettiva soddisfazione all’ascolto (e già pensate alla vostra prossima spesa che ritenete, come al solito, sia l’ultima), “forse” vale la pena di provare anche ad ascoltare qualcosa di realmente alternativo..
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“Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati differenti” – Albert Einstein

Per chi vuole passare ad ascoltare le elettroniche LT ciò è possibile farlo sia sui DSL Phased che su diffusori universalmente noti per le loro qualità timbriche quali i Rogers LS3/5a 15 Ohm (originali “gold badge”) o i Dahlquist DQ10 prima serie (non speculari) a cui si aggiungono diversi altri diffusori che trovate nella mia collezione personale.
E’ inoltre possibile effettuare un confronto con qualsiasi elettronica vogliate portarvi appresso, cosa che consiglio di fare per comprendere meglio cosa si intenda in queste pagine con i termini “libertà sonora” e “trasparenza”

Un piccolo assaggio potete ascoltarlo da questo confronto fatto con uno strumento “live” in occasione del meeting ravennate del 2017, il sistema era composto da Philips cd960 mod. LT + Grundig X6500tp + LT MA50 + Grundig Box 400: qui

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