Chi sono

La passione per la musica e per la riproduzione audio hanno avuto per chi vi scrive una notevole importanza fin dalla giovane età. Sono persona di poche parole e proprio perché nauseato dall’imperante chiacchericcio contemporaneo preferisco sempre parlare attraverso i fatti in tutte le occasioni in cui ciò è possibile, in alternativa preferisco tacere non frequentando altri luoghi on-line che si occupano di riproduzione audio ad eccezione del nostro forum. A fronte di questa bella creazione che ci ha cambiato la vita che prende il nome di World Wide Web, in molti si sono scordati che il saper “ben parlare” è cosa mooolto distante dal saper “ben fare”.

Nel Dicembre 1975 (avevo 11 anni) iniziò a macinare il “tarlo” per l’audio con l’acquisto delle prima rivista (Suono). Già due anni dopo avevo eroso la pazienza dei miei genitori al punto di acquistare il mio primo sistemino, un coordinato Pioneer. Nell’arco temporale di pochi anni tale impianto subì una rivoluzione e nel 1980 era composto da Thorens TD126mkIII + Shure V15IV, sezione pre di un integrato Pioneer SA8500II, finale SAE 2400L, B&W DM6 (appena acquistate dopo averle ascoltate a confronto in occasione della presentazione delle 801). Avevo 16 anni.

-1981: come lavoro scolastico all’ITIS, costruii un finalino da 12W/ch senza alcuna pretesa con uno schema preso da una rivista, al fine di poterlo installare (in attesa della patente di guida) nella futura auto, era il booster per auto di Suono. Lo avevo assemblato in uno scatolo di piccole dimensioni adatto appunto al montaggio in auto utilizzando la 12V di alimentazione. Per curiosità lo collegai alle DM6 utilizzando un alimentatore da laboratorio che avevo in casa. Con mia grande sorpresa questo piccolo amplificatorino a ponte pur limitato in potenza suonava con maggiore grazia del SAE 2400L. Una circuitazione a ponte ha una reiezione di modo comune ai disturbi particolarmente elevata ma a quei tempi ancora non lo sapevo e ritenevo fondamentale l’alimentazione stabilizzata di potenza con cui alimentavo esternamente questo “scatolotto”. Decisi quindi di costruirne un esemplare “casalingo” con alimentazione integrata e stabilizzata. E qui accadde una sorta di miracolo che influenzò radicalmente la mia passione negli anni a venire. Pensavo infatti di ritrovare all’incirca la qualità dello scatolotto ed invece questo amplificatorino suonava casualmente (utilizzando il medesimo schema) in un modo che per molti anni a seguire ho cercato invano di replicare. Costruendo un secondo esemplare del medesimo ampli il miracolo non trovò replica…qualcosa era cambiato e non riuscivo ad identificare quale fosse la causa. Iniziai così ad interessarmi di progettazione audio, studiando schemi e leggendo articoli. Qui trovate foto del mio primo finalino…quello che, sotto certi aspetti, ha letteralmente cambiato la mia vita

-1983: inizia la progettazione dei mono MA100 primo amplificatore da me interamente progettato e con ambizione di risultati. La prima versione era senza feedback dall’uscita (solo feedback locale) ed in classe A pura fino a 20W su 8 Ohm, il telaio era costruito con struttura portante in barre di alluminio pieno e la capacità di pilotaggio era dimensionata fino a carichi di 2 Ohm. Inoltre ogni amplificatore mono era dotato di ben 4 alimentazioni stabilizzate a componenti discreti di cui due di segnale e due di potenza. Il risultato all’ascolto dopo più di un anno di lavoro intenso fu disastroso: per quanto rimasi stupito positivamente del suddetto finalino, altrettanto rimasi stupito ma negativamente da questi due mostri di dimensionamento che pure erano impeccabili alle misure. C’era però qualcosa che non mi quadrava: un primo prototipo di questo circuito realizzato in modo volante (saldando i componenti su chiodi in ottone su una tavolozza in legno) mi aveva dato risultati all’ascolto molto promettenti, non come quel finalino che ormai mantenevo come riferimento, ma sicuramente molto validi, agli antipodi di quanto ascoltavo dall’esemplare finito su pcb e montato su chassis. Da quel momento nacque la mia personale ricerca sui perché ovvero sulle cause che determinano il suono di uno stadio attivo (che poi ho appreso non essere molto diverse dalle cause che affliggono ogni anello della catena audio). Avevo vent’anni.

-1984/88: durante la lunga evoluzione dei mono, identificai alcuni fattori grandemente influenti sul suono tra cui il trasformatore, il telaio e i fusibili impiegati. Ora non so se fui il primo ad identificare questi fattori (non ho trovato nessun articolo al riguardo ne ho mai trovato nessuno all’epoca che ritenesse influenti sul suono queste cose) ma posso dire con certezza che questa ricerca l’ho svolta in completo isolamento non avendo avuto l’aiuto di nulla e di nessuno. Quando dicevo a qualche appassionato (o a qualche tecnico) che i fusibili sull’alimentazione ed il loro verso influivano sul suono l’espressione che ne ricevevo era sempre la stessa…quella con cui si guarda uno appena scappato da un manicomio. Idem quando dicevo di togliere il coperchio dal proprio amplificatore per ascoltare la differenza. I primi mono che consegnai dopo lungo sviluppo nel 1987 erano con feedback dall’uscita e funzionanti in classe AB (contrariamente alla prima versione che era un progetto zero feedback funzionante in classe A, qui una foto di tale versione) e adottavano, caso raro per uno stato solido, alimentazione induttiva. Avevano inoltre in dotazione una specifica scatolina di fusibili con indicato il verso di inserimento dei medesimi ed il coperchio dell’ampli era in plexiglass con l’indicazione specifica di rimuoverlo (era solo appoggiato) in fase di ascolto. Solo successivamente mi accorsi che anche i cavi (TUTTI i cavi) hanno un verso in cui rendono al meglio. La ricerca relativa all’influenza del telaio era tuttavia destinata a durare molti anni ed era quella in grado di dare i risultati di maggior rilievo. Sempre dell’88 sono due brevetti che depositai, uno relativo alla circuitazione del “neonato” MA200 e l’altro relativo ad una variante del trasformatore “Real Phase” della Onkyo. Li trovate entrambi qui

-1986: nasce il mio primo intervento telaistico sul Philips CD960, una macchina dalle grandi potenzialità tecniche e telaistiche che purtroppo rimasero parzialmente inespresse (a causa della mia ancora limitata conoscenza del problema telaistico/vibrazionale) ancora per molti anni. Ascoltare questa macchina come di serie è come non ascoltarla. Analogamente non si risolve nulla a fronte di modifiche tipo zero oversampling o dei vari rifacimenti dello stadio analogico a discreti: se avete un auto senza sospensioni non è una soluzione per renderla comoda quella di sgonfiargli le gomme. I problemi vanno risolti dove sono…e non creandone altri nel tentativo di nasconderli. Dopo qualche tempo estesi la modifica anche ad altri lettori cd.

-1988: memore dell’esperienza avuta con l’amplificatorino da 12W a ponte, non potevo non adottare questo stesso approccio per il progetto dei finali MA25 e MA50, due amplificatori a ponte con alimentazione stabilizzata di potenza (una per canale, essendo dei dual mono) che mantengono bassa impedenza di uscita e notevole capacità di pilotaggio. Moltissimo sviluppo è stato fatto dalla nascita di questi progetti ad oggi, a fronte dell’acquisizione graduale delle nozioni necessarie ad affrontare il problema telaistico/vibrazionale che ho battezzato con l’acronimo CCI (circuit chassis interface) : chi li ha in casa da allora e passa da me per aggiornarli, quasi non crede si tratti dello stesso amplificatore ascoltandolo a confronto con la versione attuale.

-1990: l’incontro con Grundig. Già diverse persone avevano in casa un LT in quegli anni, persone che, dopo averli ascoltati a confronto nel proprio sistema, avevano sostituito fior di rinomati apparecchi ( ML N.23, Cabre Stradivari, Classè DR3B, Electrocompaniet AW100, CJ MV50, etc) e il passaparola a tal riguardo, quando per comunicare c’era solo il telefono, si spargeva con una certa velocità. Era il periodo in cui ascoltavo con le Quad ESL63, i mono LT MA100 ed il primo abbozzo del pre che poi divenne l’MA10p. L’incontro con Grundig fu una sorta di doccia fredda: rispetto a tutto ciò che avevo ritirato fino a quel momento mi fu subito evidente che, sul problema medesimo su cui stavo lavorando, questi signori ne sapevano più di me.

Dopo un iniziale periodo di sconforto, iniziai ad approfondire il “fenomeno Grundig” scoprendo e divulgando (ben pochi lo avrebbero fatto al posto mio) l’esistenza di apparecchi validissimi che altrimenti sarebbero finiti nel dimenticatoio ed imparando a mia volta molto dal reverse engeenering fatto su queste apparecchiature.

-1991: il pre MA10p viene ultimato e a breve distanza di tempo nasce l’integrato MA10.

-1999: giunge a termine il primo progetto DSL (ora DSL old type), dopo lunga gestazione iniziata nel 1992. Questo lungo lavoro portò comunque ad un apprezzabile risultato al punto che questo diffusore andò a sostituire alcuni rinomati diffusori dell’epoca nell’impianto di alcuni appassionati a seguito di ascolti a confronto (tra questi SF Extrema, SF Guarneri, Audio static ES300, Kef 107 Kube, Vandersteen 2 Ci, Gale GS401, etc.).

-2000: il WWW inizia a diffondersi e nascono i primi forum on-line italiani in cui la realtà percepita dalle persone a fronte di ascolti viene ad essere sempre più sostituita dalla realtà “raccontata” sui forum ove i “carichi a chiacchiere” la fanno da padrone (con o senza tecnicismi a seguito) potendo dare libero sfogo al proprio ego e generalmente evitando sempre verifiche nei fatti.

-2004: per combattere la suddetta tendenza abbiamo, primi in Italia, istituito dei meeting di ascolto a libera partecipazione in cui poter ascoltare tutto ciò che si vuole nel modo in cui si desidera farlo. Purtroppo la maggior parte degli appassionati ha paura di mettersi realmente in gioco, spesso perché non ha una chiara idea di ciò che vuole ascoltare per cui preferisce demandare ad altri la scelta e/o trincerarsi dietro alcuni marchi storici che offrono tradizione e sicurezza percepita. Se solo si avesse il coraggio di lasciare “in libertà” le proprie orecchie ci si renderebbe conto che molte “certezze” esoteriche, se verificate nei fatti, non si rivelano affatto tali. Un vero peccato dal momento che queste “certezze” si pagano sempre molto care e si vive solo una vita..

-2007/2008: incontro con un paio di costruttori (tra cui un noto e rinomato marchio francese) con cui si è evidenziata l’impossibilità di trarre un riscontro dal lavoro da me svolto pur a fronte di apprezzamento del medesimo. In presenza di una, da loro riscontrata, superiorità all’ascolto è risultato pressoché impossibile interessare ufficialmente un’azienda a fronte della sola valutazione all’ascolto: l’orecchio non è strumento ritenuto sufficiente se tale superiorità non viene suffragata da dati tecnici a supporto. Mi fu comunque rimborsato il viaggio in Francia. Sempre nel 2008 ci fu il famoso confronto fatto in Cinecittà (Roma) tra Grundig CCI e altri apparecchi “eso” di cui trovate foto e commenti all’interno della pagina Meeting

-2009: nasce l’MA100 versione stereo, in realtà un dual mono con in comune il trasformatore (da 1KVA!). Un progetto su cui ho impiegato circa due anni prima di apporre la parola fine. In questo caso la circuitazione non è a ponte per cui viene a mancare la maggiore reiezione di modo comune nei confronti di disturbi sulle alimentazioni che tale soluzione offrirebbe e per sopperire a questo viene adottata un’alimentazione con trasformatore 1:1 di bilanciamento posto a valle del trasformatore principale, una soluzione che riduce drasticamente le fluttuazioni delle correnti di massa. Il dimensionamento dell’amplificatore consente di avere bassissima impedenza di uscita senza usufruire di alti tassi di retroazione e di pilotare carichi fino a 2 Ohm nominali.

-2010: nasce la nuova DSL, un progetto che si diversifica e si affianca al precedente per ottenere la miglior ottimizzazione in ambienti “caso B”  (vedi metodo di installazione diffusori). Utilizza per la prima volta correttori acustici stampati in materiale plastico col sistema della prototipazione rapida ottenendo una presentazione estetica sicuramente più accettabile di quella delle vecchie DSL. E’ un diffusore che se installato correttamente mi rende orgoglioso della sua realizzazione.

-2014: le conoscenze acquisite in ambito telaistico trovano totale applicazione nell’integrato MA10tp, un 50W/ch telecomandabile in grado di pilotare carichi di 3 Ohm nominali con la consueta linearità su carico reale di tutti gli LT.

-2015: nasce la DSL Ext che rappresenta la naturale evoluzione delle DSL old type. Anche qui al pari delle DSL vengono utilizzati correttori acustici custom in materiale plastico realizzati con stampante 3D. Vedi LT

-2017: periodo di collaborazione con la rivista Audio Review per la quale ho scritto una serie di articoli. Trovate la cronologia dei medesimi sul forum qui

-2019: nascono il finale MA-X e il preamplificatore MA10tpx, entrambi in classe A, due apparecchi che usufriscono delle conoscenze acquisite in ben 36 anni di lavoro di ricerca in questo settore.

Per chi vuole seguire l’evoluzione del mio lavoro trovate sul forum la sezione Laboratorio LT

Massimo Ambrosini
ps: la foto è in realtà un poco attempata ma anche adesso sono “quasi” uguale  😎