Telefunken TL800

Riporto sul sito, dopo sei anni dalla pubblicazione sulla rivista Audio Review, alcuni miei articoli riguardanti i diffusori che più mi stanno a cuore. L’articolo a seguito lo trovate nella rubrica “SENZA SCADENZA” su AR n.388. E’ riportata in blu nel presente articolo una piccola integrazione rispetto a quanto pubblicato all’epoca sulla rivista.

Telefunken TL800 seconda serie 

Il diffusore che prenderemo in esame questo mese rappresenta il primo modello con ambizioni “no compromise” posto in produzione da uno dei marchi che hanno contribuito a scrivere la storia dell’audio e del video. Telefunken nasce nel 1903 a Berlino ed ha una storia segnata da importanti traguardi. Nei laboratori Telefunken fu sperimentato nel 1924 il primo apparecchio televisivo e vennero realizzati gli apparecchi che permisero nel 1936 di trasmettere per la prima volta i giochi olimpici in televisione. Appena due anni prima AEG e Telefunken brevettarono il primo registratore su nastro magnetico ed è sempre grazie a questo marchio che, verso la fine degli anni ’50, venne introdotta la codifica di colore PAL adottata da molti paesi nel mondo. Fin dai suoi albori Telefunken fu sempre presente nel settore professionale audio e video con prodotti di assoluto rilievo costruttivo e prestazionale come ad esempio il registratori a bobine M15A o il giradischi PS81, entrambi oggi molto ricercati dagli appassionati del marchio. Da ricordare inoltre l’ingente produzione di valvole termoioniche. Nel 1983 Telefunken fu rilevata dalla società francese Thomson. Seguirono diversi cambi di proprietà fino a giungere a quella attuale di nazionalità turca. Questa premessa serve a sottolineare come il diffusore qui preso in esame non fu prodotto e commercializzato da una piccola azienda ma da una delle industrie tedesche di primaria importanza all’epoca e con un passato storico di assoluto rilievo. La produzione Telefunken indirizzata all’alta fedeltà nel periodo 1974/83 (in pieno boom dell’hifi) passò però quasi inosservata in Italia al pari di quella di altri marchi tedeschi che presentavano un aspetto estetico (ma anche un modo di proporsi sul mercato) ben diverso dai marchi giapponesi e americani allora in auge. Il TL800, top di gamma e capostipite della serie TL a tre cifre, entrò in produzione nel 1973 e vi rimase fino al 1978. Venne prodotto con tre diverse finiture, color legno, bianca e nera, stranamente commercializzate con due differenti tipologie di pannello frontale rimovibile: la versione legno e la versione bianca venivano proposte con un telaio/tela in legno sagomato rivestito in tela plastificata mentre la versione nera, entrata in produzione successivamente, veniva proposta semplicemente con anteposto un foglio di spugna per altoparlanti a celle aperte. Questa differenza estetica comporta purtroppo anche una differenza all’ascolto tutt’altro che trascurabile ed è consigliabile per tutte le versioni, per il resto identiche, l’utilizzo della spugna in luogo del telaio/tela sagomato. Non essendo più disponibile la spugna originale ed essendo questo un materiale che si degrada al contatto con l’aria (durata media di 15-20 anni), personalmente ho utilizzato per il ripristino la spugna Monacor MDM-8602, già vista il mese scorso nell’articolo delle Boston A200, perfettamente adatta come porosità allo scopo. A differenza degli altri modelli della serie TL a tre cifre che compaiono a catalogo solo nel 1973, il TL800 fu presentato in anteprima già nella seconda metà del 1972 ed è l’unico diffusore di questa serie in cui il telaio/tela è asportabile: negli altri tre modelli (TL500,TL600,TL700) il  pannello frontale su cui è fissata la tela è anche il vero e proprio pannello frontale del diffusore su cui, dall’interno, sono fissati gli altoparlanti. Nel 1976 troviamo a catalogo i modelli TL510/1 e TL710/1 in cui il telaio/tela diviene asportabile come sul TL800 ed è da questo stesso anno che inizia a venire prodotta anche la versione con finitura nera di questo diffusore dotata di spugna a celle aperte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La tecnica

Il TL800 è un sistema di altoparlanti a quattro vie in sospensione pneumatica in cui il mid basso a cono lavora in un volume dedicato. Fu prodotto in due serie successive che si differenziano esclusivamente per l’utilizzo di un attenuatore acustico di diversa fattura e differente capacità di attenuazione posto sul midrange a cupola: si passa dal “sei razze” della prima serie al “dieci razze” della seconda serie, versione di cui si occupa questo articolo.


I due tipi di attenuatori acustici montati: il sei razze (prima serie di TL800) e il 10 razze (seconda serie)

In quest’ultimo attenuatore il foro centrale è di diametro molto inferiore rispetto al precedente e ciò determina un’attenuazione acustica molto più marcata riequilibrando una certa abbondanza di medio presente sulla prima serie. Le due versioni presentano medesimo filtro con frequenze di partizione a 500/900/6000Hz. A titolo di semplice curiosità esistette anche una preserie mai commercializzata, a quanto è dato conoscere, che apparve solo sul catalogo della seconda metà del 1972 in anteprima e presentava frequenze di crossover dichiarate decisamente diverse (270/800/4500Hz) ed un attenuatore a quattro razze sul mid a cupola. Il filtro presenta una cura nella realizzazione tutt’altro che comune: i componenti sono assemblati su una basetta in bachelite che è a sua volta montata su un telaio portante in lamiera (stagnato a massa!) il quale permette un fissaggio elastico “a bandiera” su tre gommini. Tale scelta rende il filtro maggiormente immune alle vibrazioni e, come per gli altri due casi visti finora con filtro disaccoppiato, il diffusore trova all’ascolto la migliore ottimizzazione con mobile accoppiato direttamente a pavimento senza alcun feltrino interposto. I passa basso di woofer, mid-basso e mid-alto sono realizzati con pendenza di 12db/oct e senza rete di compensazione dell’impedenza, così come sempre del secondo ordine è il passa alto del midrange a cupola mentre a 18db/oct sono il passa alto del mid a cono e del tweeter. Quest’ultimo, flangia di fissaggio a parte, è il medesimo componente utilizzato anche sulle Dahlquist DQ10.

Da notare come l’attenuazione elettrica del mid-alto sia volutamente ridotta per mantenere la migliore linearità di risposta in frequenza nel pilotaggio dell’altoparlante mentre l’attenuazione principale del componente è dovuta all’attenuatore acustico a dieci razze. Stranamente l’unico altoparlante connesso in fase è il mid basso a cono come se il diffusore fosse stato predisposto per il collegamento ad amplificazioni con fase invertente. Non è così in realtà in quanto la migliore condizione all’ascolto utilizzando un’amplificazione non invertente la si ha con il diffusore normalmente connesso come da standard DIN punto-linea (punto = positivo, linea = negativo), ossia con tre altoparlanti su quattro connessi con fase invertita.

particolare del filtro montato a bandiera su gommini

 

montaggio woofer su spessa guarnizione di feltro

Un’altra peculiarità specifica di questo diffusore è il fissaggio di tutti gli altoparlanti tramite interposizione di spesse guarnizioni in feltro (circa 1 cm di spessore quella sul woofer) che di fatto tendono a disaccoppiare parzialmente dal punto di vista vibrazionale gli altoparlanti stessi dal mobile. Altri costruttori hanno ripreso in seguito questa soluzione (ad esempio sullo Snell Type A ove il midrange era sospeso su feltro). Il risultato finale in un diffusore è frutto di una accurata e sottile alchimia di soluzioni differenti che permettono di giungere ad un valido compromesso: la medesima soluzione in un altro contesto potrebbe rivelarsi controproducente ma in questo contesto (in cui è stata prevista) comporta un risultato finale equilibrato e dotato di ottima trasparenza. Il mobile in truciolare ad alta densità è totalmente riempito con lana di vetro ed il diffusore presenta risonanza in cassa pari a 38Hz con Qt=0,77. Il minimo di impedenza di 3,3 Ohm si raggiunge a 170Hz.

L’installazione

Il TL800 veniva originariamente proposto con uno stand tubolare metallico sagomato che lo alzava di poco più di una decina di centimetri inclinandolo leggermente all’indietro. Questa soluzione, che poteva rappresentare un buon compromesso in una normale abitazione anche in assenza di tappeti, è invece piuttosto limitativa se si vuole trarre il massimo dalle potenzialità del diffusore, ponendolo cioè nelle migliori condizioni di utilizzo. Il peccato veniale dei TL800 è una certa congenita leggerezza del medio basso. Se non vi fossero doti rilevanti in gamma media e medioalta non varrebbe quindi la pena impegnarsi per cercare di ottemperare a questo difetto. Ma tali doti ci sono, eccome. In presenza di una caratteristica propria di questo genere non è possibile applicare con beneficio il metodo di istallazione proposto nell’articolo “l’equalizzatore non escludibile” (AR n.385) ma occorre procedere per via sperimentale. La soluzione migliore che ho personalmente riscontrato a fronte di molteplici prove, sfrutta due rinforzi utili e quindi un’installazione “caso C” con il diffusore a circa 80-100cm della parete di fondo su piedistalli Grundig BF4 (altezza di 12-13cm). In tali condizioni si ottiene un soddisfacente equilibrio. Vedi anche il nuovo metodo di accoppiamento diffusori al suolo: https://hifiaudio.altervista.org/metodo … -al-suolo/

Se un tappeto posto davanti ai diffusori è generalmente sempre consigliabile, in questo caso (data la ridotta distanza del tweeter dal pavimento) diventa assolutamente indispensabile e va posto nelle immediate vicinanze del pannello frontale del diffusore. I TL800 così collocati ottengono la miglior resa timbrica paralleli alla parete di fondo nonché posti non troppo distanti tra loro, ovvero in un rapporto 2/3 rispetto alla distanza con il punto di ascolto.

L’ascolto

Che ci fa in questa rubrica un diffusore che una volta installato correttamente presenta un tweeter a neppure due spanne dal pavimento? Quanti audiofili si metterebbero ad ascoltare un diffusore con tali presupposti? Ecco, questa rubrica vorrebbe provare ad andare oltre gli stereotipi insiti nella normale “formazione audiofila” soffermandosi su un singolo ma fondamentale aspetto che dovrebbe essere sempre presente in un sistema stereofonico: un risultato finale coinvolgente, al punto tale da far dimenticare l’impianto ed invogliare ad ascoltare musica. Questo è, per chi vi scrive, l’obiettivo principale e di maggior rilevanza che si dovrebbe poter pretendere dal proprio sistema. In questo caso specifico verrebbe naturale pensare che, data la collocazione del tweeter, l’immagine riprodotta non possa che essere bassa ma ciò è vero solo in minima parte. Si dimentica quell’importante influenza che ha il sistema a monte nel determinare un suono svincolato dai diffusori anziché localizzabile negli stessi. Proprio a causa dell’altezza ridotta del tweeter questo diffusore è probabilmente l’esame più difficile per la catena audio: se l’immagine si alza dal diffusore a fronte della ricchezza del contenuto armonico riprodotto senza colorazioni (ovvero senza forzature avvertibili) significa che qualcosa di valido a monte c’è. Ma se l’immagine rimane rasoterra è ragionevole porsi qualche dubbio. Tutti i diffusori trattati in questa rubrica, in virtù della loro trasparenza/spontaneità, hanno un effetto “camaleonte” molto evidente nei confronti delle elettroniche a monte e, nel caso in cui queste siano “musicalmente povere” il risultato viene a decadere radicalmente. Se quindi avete un “caso C” e volete un diffusore che vi dica con molta franchezza ciò che è in grado di fare la vostra catena hifi, questo Telefunken è da considerare con grande attenzione. La pienezza in grado di trasmettere sonorità timbrica convincente si ottiene solo a fronte di questa collocazione ma quando si ascolta cosa è in grado di fare questo diffusore (catena a monte permettendo) ci si dimentica in fretta dell’altezza del tweeter. Così come gli altri diffusori che fanno parte di questa selezione anche i TL800 non hanno preferenze di generi musicali, le loro qualità vengono naturalmente valorizzate nella riproduzione di strumenti acustici ove il timbro assume un ruolo di primaria importanza. Ed ecco che, quasi per incanto, un pianoforte vi accompagna nella stanza mentre state facendo altro trasmettendovi quelle emozioni che non sarebbero riportate in assenza di sonorità. L’immagine propria (ovvero causata dalla disposizione degli altoparlanti) è qui piuttosto neutra: il tweeter centrale permette di offrire una tipologia di immagine discretamente simile a quella di un monovia pur non raggiungendone una perfetta simulazione e lasciando trasparire la presenza di piccole interferenze tra le emissioni degli altoparlanti. Non sono diffusori che impressionano per le loro doti dinamiche (pur buone) ma l’equilibrio aggiunto alla spiccata dedizione timbrica permettono a questo diffusore di essere particolarmente soddisfacente negli ascolti a lungo termine, una compagnia gradita nel tempo come lo è quella di un amico sincero che non ha necessità di strafare per risultare gradito.

Conclusioni

Un progetto complesso ed estremamente curato nei dettagli che merita di essere ascoltato con grande attenzione a ben 44 anni (rispetto alla data di pubblicazione dell’articolo n.d.r. ) dalla sua presentazione. Questa è del resto la caratteristica che contraddistingue tutti i diffusori di cui parleremo in questa rubrica: la validità quando è autentica non ha scadenza. La reperibilità del TL800 è ridotta ma ancora affrontabile e con una buona dose di perseveranza si può arrivare a trovarne una coppia in buono stato in tempi relativamente brevi. La ridotta altezza da terra del tweeter è un aspetto che potrebbe suscitare qualche perplessità ma, per coloro che non ne fanno un dramma, questo diffusore rappresenta una delle migliori scelte per una installazione “caso C”.