Prova fusibili

A cura di Marco Amboldi

Era già da tempo che Massimo mi aveva invitato ad organizzare un test d’ascolto per verificare in modo controllato alcune sue asserzioni riguardanti il mondo dell’hifi. Dopo una pre-verifica esplorativa effettuata un paio mesi fa abbiamo concordato un protocollo d’ascolto per le prove e infine siamo riusciti ad effettuarle lo scorso sabato 7 maggio 2005. Alcuni di voi sono gia’ a conoscenza delle “strane teorie” di Massimo riguardanti l’hifi, comunque ogni mia valutazione in merito esula dalla presente relazione. Il mio compito e’ stato quello di organizzare e verificare un test d’ascolto in conformita’ ad un protocollo che ho steso rispettando le condizioni imposte da Massimo (da ora in poi denominato “soggetto”). Le condizioni imposte dal soggetto sono state le seguenti:

1) ascolto da effettuare nella proprio abitazione;
2) ascolto da effettuare con il proprio impianto ed i propri cd;
3) divieto di inserire nell’impianto ogni tipo di apparecchiatura a suo giudizio in grado di degradare il segnale;
4) obbligo di rispettare e verificare pedantemente ad ogni commutazione il tipo di installazione, il percorso dei cavi ed ogni dettaglio che potrebbe essere differente rispetto alla condizione iniziale e a suo giudizio in grado di degradare il segnale;
5) tempo di ascolto per il riconoscimento e numero di commutazioni senza limitazioni rigide.

E’ necessario un piccolo commento alle condizioni imposte. Il punto (1) non pone nessun problema di tipo metodologico, se non le tre ore di autostrada necessarie per arrivare a Ravenna. Anche il punto (2) non e’ problematico, una volta verificato che gli apparecchi non incorporano nessun trucco o “rivelatore” nascosto, dato che si tratta di apparecchi di costruzione artigianale e/o modificati ad opera del soggetto. Il punto (2) assume una rilevanza particolare in quanto il soggetto asserisce di essere in grado di ascoltare le minime sfumature sonore solamente su determinati impianti hifi che risolvono un presunto problema di natura elettrica ed installati secondo regole precise volte ad impedire il verificarsi del suddetto problema. Come gia’ detto, non rientra nel nostro scopo valutare queste affermazioni, ma ho ritenuto utile riportarle perche’ sono il preambolo necessario con cui il soggetto giustifica la condizione numero (2). Nella fattispecie, l’ascolto si e’ svolto con un impianto composto da lettore Philips CD960 mod.LT, amplificatore integrato LT , diffusori Grundig SL1000. I CD utilizzati sono stati solamente due: Tracy Chapman: Tracy Chapman, nella prima prova e Bob Dylan: Time out of mind, nella seconda prova. Passiamo ora a valutare la condizione (3), cioe’ il divieto fattuale di inserire altre apparecchiature. Qualcuno potrebbe risentirsi del fatto che la condizione imposta mi abbia impedito di utilizzare un comparatore ABX e quindi, a suo parere, la prova avrebbe una scarsa rilevanza scientifica. Questo rilievo e’ certamente da prendere in considerazione ma non deve essere sostenuto istericamente come ho visto fare piu’ volte in varie discussioni. Nel mondo anglosassone infatti, gia’ da diverso tempo, l’uso del comparatore ABX e’ stato sottoposto a critiche metodologiche, soprattutto quando si tratta di ascoltare sfumature sonore. Il rilievo fatto e’ che il comparatore ABX non sarebbe del tutto trasparente e quindi potrebbe coprire i dettagli piu’ sottili. I piu’ rigidi e coloro che, a loro dire, si ergerebbero a paladini della scientificita’ (ma su questo ho molti dubbi), controbattono dicendo che e’ stato dimostrato che l’inserimento di un comparatore ABX in una catena audio non e’ avvertibile. Dimenticano pero’ di citare che la suddetta prova sulla trasparenza del comparatore ABX e’ stata fatta usando un secondo comparatore ABX, il che non ha alcun senso logico e neppure alcuna validita’ dimostrativa (come e’ gia’ stato fatto notare). E’ molto semplice capirlo con un esempio. Dalla finestra del mio rifugio preferito, situato su una terrazza naturale della Val d’Aosta, ho una magnifica veduta sul Cervino. Il Cervino e’ una di quelle montagne che uno non si stancherebbe mai di ammirare. Spesso, vicino alla sua cima, si forma un piccola nuvola con forma e consistenza che variano in modo imprevedibile. Immaginiamo ora una bella giornata che volge al tramonto e la solita nuvoletta vicino alla cima del Cervino: questa sera pero’ la nuvoletta e’ molto rada, si scorge appena dietro ai vetri puliti del rifugio alpino. Ora supponiamo che qualcuno dia una mano di vernice lievemente opaca sulla finestra (primo comparatore ABX): pur continuando ad ammirare il Cervino e le sue linee, purtroppo la nuvoletta non e’ piu’ visibile. Se passiamo una seconda mano di vernicetta opaca (il secondo comparatore ABX che, a loro dire, dimostrerebbe che il primo e’ trasparente) cosa succede? Il Cervino e le sue linee continuano ad essere ben visibili ma la nuvoletta sottile rimane nascosta, cosi’ come era nascosta con la prima mano di vernice. E’ quindi del tutto evidente che la validita’ metodologica del test utilizzato per dimostrare la trasparenza del comparatore ABX e’ completamente nulla (ma questo non dimostra neppure che non e’ trasparente, dimostra solo che e’ stato usato finora un metodo errato di valutazione). Chiusa questa lunga parentesi, torniamo alle nostre prove per sottolineare che ho valutato la possibilita’ di stendere un protocollo per un doppio cieco ma ho fatto un paio di considerazioni. La prima e’ di natura pratica: per la prova saremmo stati presenti solo io e il soggetto e quindi non c’era modo di utilizzare protocolli particolarmente complessi. La seconda valutazione e’ che, nella mia piccola esperienza di test audio, mi sono accorto che a volte bastano semplici test in cieco per smantellare convinzioni d’ascolto anche granitiche. Del resto si e’ trattato di un primo approccio metodologico a questo tipo di prove il che non esclude, anzi sarebbero auspicabili per il futuro, test approfonditi anche da parte di altri esaminatori. La condizione (4) mi ha obbligato ad una particolare attenzione a verificare, ad ogni commutazione, di ripristinare esattamente la condizione iniziale qualora avessi inavvertitamente spostato i cavi di interconnessione/alimentazione dell’impianto. Piu’ volte, il soggetto stesso ha verificato posizione e andamento dei cavi sul pavimento ripristinandole a sua discrezione. Questo non ha costituito alcun ostacolo di tipo metodologico come neppure il punto (5) su cui non vale neppure la pena discutere. Passiamo quindi alla prova d’ascolto vera e propria. Quando sono arrivato a Ravenna, sabato mattino, e’ subito emerso che il soggetto aveva una certa costipazione alle vie aeree superiori (naso e orecchie) di natura allergica ma, nonostante cio’, abbiamo deciso di proseguire con i test programmati. Abbiamo svolto due tipi di prove, una relativa alla eventuale udibilita’ della direzione del fusibile, l’altra sull’eventuale influenza di “elementi di disturbo” posti sul coperchio dell’amplificatore.

PRIMA PROVA D’ASCOLTO: TEST DIREZIONE FUSIBILE

Il soggetto sostiene di essere in grado di verificare all’ascolto, a partire dalle condizioni summenzionate, il verso di inserimento del fusibile di alimentazione posto nella apposita vaschetta IEC sul retro dell’amplificatore integrato. Per la prova avevo previsto, come gia’ spiegato, un test cieco composto da una batteria di ascolti in cui il soggetto ha solamente la possibilita’ di chiedere l’inversione del verso del fusibile senza ovviamente sapere qual’e’ la sua posizione. Il soggetto mi istruisce, all’inizio della prova, su quale sia la direzione “meglio suonante” del fusibile. Ho ispezionato il fusibile verificando che si trattasse di tipo comune e ho usato le scritte incise sui cappellotti come riferimento direzionale. La prova si svolge in modo semplice: inserisco il fusibile senza fare sapere al soggetto la direzione, il soggetto ascolta alcuni secondi di vari brani del CD a sua discrezione e quando lo ritiene necessario mi comunica di effettuare un’inversione del fusibile. Io scollego l’alimentazione, inverto la direzione del fusibile e ripristino l’alimentazione dell’amplificatore. Di nuovo il soggetto ascolta alcuni secondi e poi chiede l’inversione del fusibile. Questa procedura viene ripetuta tante volte finche’ il soggetto si sente del tutto sicuro e comunica: “Questa e’ la direzione corretta”. A questo punto io verifico se coincide con la stessa direzione su cui sono stato istruito all’inizio della prova. Vediamo come e’ andata:

Test 1; posizione di partenza: SIN; commutazioni: 4; secondi d’ascolto: 40, 40, 40, 60; risultato: VERO
Test 2; posizione di partenza: SIN; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 40, 20; risultato: VERO
Test 3; posizione di partenza: DES; commutazioni: 1; secondi d’ascolto: 40; risultato: VERO
Test 4; posizione di partenza: SIN; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 50, 40; risultato: VERO
Test 5; posizione di partenza: DES; commutazioni: 3; secondi d’ascolto: 40, 30, 0; risultato: VERO
Test 6; posizione di partenza: SIN; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 40, 50; risultato: VERO
Test 7; posizione di partenza: DES; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 30, 20; risultato: FALSO
Test 8; posizione di partenza: SIN; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 40, 60; risultato: VERO
Test 9; posizione di partenza: DES; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 30, 20; risultato: FALSO
Test 10; posizione di partenza: SIN; commutazioni: 4; secondi d’ascolto: 50, 60, 60, 20; risultato: VERO
Complessivo: 8/10

Ecco qualche spiegazione per leggere la tabella: nel test 1 il soggetto ha chiesto di effetturare 4 ascolti di direzioni differenti del fusibile. Nel primo caso il soggetto ha ascoltato vari brani per 40 secondi e poi ha chiesto il cambio di direzione. Ha ascoltato di nuovo per 40 secondi e poi ha chiesto il cambio. Di nuovo ha ascoltato per 40 secondi e di nuovo ha chiesto il cambio. Infine ha ascoltato per 60 secondi e si e’ deciso che quella era la direzione corretta. Credo che il procedimento sia sufficientemente chiaro. Mi rimane da spiegare il motivo per cui i secondi d’ascolto sono riportati a multipli di dieci. Dato che non mi serviva una indicazione precisa, non avevo intenzione di prendere i tempi con un cronometro; allora ho tenuto d’occhio il contasecondi del lettore CD ed ho sommato mentalmente i tempi d’ascolto. Quindi li ho indicati con una certa tolleranza e li ho presi in considerazione solo per valutazioni accessorie. Il risultato finale parla di 8 risultati validi su 10 ed e’ sicuramente un dato significativo. Rimane da sottolineare che, per avere un certo rilievo statistico, la prova dovrebbe essere ripetuta un certo numero di volte. Ma gia’ questo risultato e’ decisamente interessante e dovrebbe spingere ad approfondimenti ulteriori. Il tempo medio di riconoscimento e’ risultato di 92 secondi, con 118 secondi medi quando la posizione di partenza era “scorretta” e 52 secondi quando era gia’ quella prestabilita. Da segnalare il test numero 3, dove il soggetto ha deciso di dare la risposta definitiva dopo 40 secondi d’ascolto senza neppure chiedere di ascoltare l’inversione del fusibile. Devo anche notificare che, nella seconda meta’ della prova, il soggetto ha riferito di avere maggiore difficolta’ a mantenere la concentrazione e che aumentava il grado di incertezza soggettivo. In un paio di casi, la prova e’ stata disturbata dall’arrivo nella stanza d’ascolto dei figli, di giovane eta’ e dall’acuirsi del senso di costipazione delle vie aeree superiori riferito dal soggetto.

SECONDA PROVA D’ASCOLTO: INFLUENZA DI UN ELEMENTO POSTO SUL COPERCHIO DELL’AMPLIFICATORE
Qui occorre una premessa: il soggetto sostiene che le prestazioni soniche di un apparecchio hifi dipendano in modo determinante anche dal tipo di telaio impiegato. Il soggetto aveva sostenuto, in altra sede, che la sola rimozione del coperchio di un apparecchio producesse variazioni soniche percepibili. Il soggetto sostiene di essere in grado di verificare all’ascolto, a partire dalle condizioni summenzionate, la presenza di un elemento “di disturbo” posizionato sul coperchio dell’amplificatore integrato LT. In pratica, la prova consiste nel porre sul coperchio dell’integrato 3 riviste impilate (estratte a caso da vecchie annate di Suono) in una posizione predeterminata. L’amplificatore integrato e’ stato nascosto alla vista del soggetto usando degli scatoloni di cartone ed il soggetto e’ stato obbligato a lasciare la stanza ad ogni commutazione (riviste sul coperchio / riviste nascoste in un locale attiguo). Come nella prova precedente, il soggetto aveva a disposizione 10 test con numero illimitato di tentativi e richieste di commutazione. Ecco il risultato:

Test 1; posizione di partenza: RIVISTE; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 40, 30; risultato: VERO
Test 2; posizione di partenza: NO; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 50, 20; risultato: VERO
Test 3; posizione di partenza: NO; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 60, 20; risultato: VERO
Test 4; posizione di partenza: NO; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 50, 30; risultato: VERO
Test 5; posizione di partenza: NO; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 40, 40; risultato: VERO
Test 6; posizione di partenza: RIVISTE; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 40, 15; risultato: VERO
Test 7; posizione di partenza: RIVISTE; commutazioni: 1; secondi d’ascolto: 50; risultato: FALSO
Test 8; posizione di partenza: RIVISTE; commutazioni: 3; secondi d’ascolto: 40, 50, 15; risultato: VERO
Test 9; posizione di partenza: NO; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 40, 20; risultato: FALSO
Test 10; posizione di partenza: RIVISTE; commutazioni: 2; secondi d’ascolto: 50, 40; risultato: VERO
Complessivo: 8/10

Anche qui metto una piccola descrizione: nel test numero 1 ho posizionate la pila di tre riviste sul coperchio dell’amplificatore (nascosto agli occhi del soggetto). Il soggetto ha ascoltato per 40 secondi e poi ha chiesto di commutare la condizione. L’ho fatto uscire dal locale e ho levato le riviste dal coperchio nascondendole in altro locale. Quindi ho fatto rientrare il soggetto che ha ascoltato per 30 secondi e alla fine mi ha comunicato se sul coperchio fosse presente o meno l’elemento di “disturbo”. Anche in questo caso il test e’ stato ripetuto 10 volte e anche in questo caso il risultato finale e’ risultato essere 8 risposte esatte su 10. Per pura coincidenza, i test in cui il soggetto ha fallito il riconoscimento sono stato il 7 e il 9, come era stato nella prova precedente. Anche in questa seconda meta’ della prova, il soggetto ha riferito di avere maggiore difficolta’ a mantenere la concentrazione e un aumento di incertezza soggettivo. Da notare infatti che, in entrambe le prove, gli errori sono caduti nella seconda cinquina dei test. E ancora in un caso, la prova e’ stata disturbata dall’arrivo nella stanza della figlia. Nonostante tutto, rimane il dato finale complessivo (tra una prova e l’altra) dell’80% netto di risultati positivi. A questo proposito, credo di poter proporre, in occasione delle prossime prove, un paio di suggerimenti volti ad evitare quello che e’ parso un elemento disturbante di non poco conto: l’affaticamento e la perdita di concentrazione del soggetto. Il primo suggerimento e’ quello di suddividere la prova nell’arco della giornata (per esempio 5 test al mattino e 5 test al pomeriggio). Il secondo suggerimento e’ quello di permettere al soggetto di “ritararsi”: consentirgli cioe’, ogni 2 o 3 test, di effettuare degli ascolti in chiaro per “ri-memorizzare” le supposte variazioni sonore tra una condizione e l’altra (con/senza riviste, fusibile direzione sin/des). Questa “ritaratura” non ha nessuna controindicazione metodologica e puo’ essere tranquillamente permessa anche al termine di ogni test, se necessario.

CONCLUSIONI

I dati ottenuti sono certamente significativi. Naturalmente occorrerebbe un supplemento d’indagine per aumentarne la valenza dal punto di vista statistico. Anche i protocolli richiederebbero sicuramente un affinamento anche se, come gia’ detto, si e’ trattato del primo approccio metodologico a questo tipo di prove per capirne limiti e applicabilita’ pratica. A tal fine, ho gia’ dato diverse indicazioni in questa relazione che possono essere seguite e sviluppate ulteriormente. Vorrei aggiungere che i risultati positivi in 8 casi su 10 sono certamente un indizio che deve far prendere in considerazione seriamente queste prove. Spero che anche altri proseguano su questa strada che merita di essere approfondita in modo esauriente.