GRUNDIG story

1974-78

Grande qualità nella serie di apparecchi che fu più bistrattata dalle riviste. E’ la serie che vede protagonisti i “compattoni” così fuori moda quando si professava il credo assoluto verso apparecchi singoli di marche diverse. Un RPC500, 600 o 650 abbinato a un paio di box Grundig porta ad un risultato di prim’ordine. Questi compatti avevano in dotazione un eccellente giradischi (dotato di un eccellente tappetino) e una testina, la DM95G (fatta da Shure per innesto Dual), dalle caratteristiche musicali eccezionali. Molto simile come suono alla M75B (sempre con stilo N75G T2) che ha invece attacco universale. Tutti gli apparecchi in produzione in questo periodo erano full CCI occorre solo prestare attenzione ai modelli in cui il loudness non era disinseribile. Altrettanto valide prestazioni si hanno nei sintoamplificatori prodotti in questo periodo : Receiver 20,25,30,35 etc , RTV 1020,1040 e dai primi ampli del 74-75:  SV160, SV700, SV1200 che (pur se costruiti da Imperial su specifiche Grundig e commercializzati solo sul mercato italiano) possono a tutti gli effetti definirsi i primi amplificatori full CCI della storia dell’alta fedeltà! Dello stesso periodo la prima serie di diffusori Grundig con grandi ambizioni di risultati: la serie audioprisma, dotata di una gamma media molto lucida e trasparente (metteva in campo i primi midrange e tweeter a cupola), tra queste le più consigliabili sono le Box703 che trovano equilibrio (come tutta la serie) solo se sollevate e poste a ridosso della parete posteriore. Tutti i diffusori in sospensione pneumatica beneficiano dell’immediata prossimità della parete posteriore (vedi distanza X del metodo), per questa serie in particolare, tale soluzione è pressochè indispensabile se si vuole ottenere coerenza con la gamma bassa: mid e tw non erano attenuati e la minore efficienza del woofer doveva venire compensata già in gamma mediobassa da un emissione su angolo solido di 2π steradianti. Elencare tutti i modelli di box validi (sono veramente molti) non mi sembra molto utile. Attenzione solo alle serie1xx (che utilizza altoparlanti monovia) e alle 2xx (che, pur valide, sono dotate di un più economico tweeter a cono) . Sugli altri modelli ci si può veramente divertire a scegliere. I modelli della serie a 2 vie del 77, Box 300-400-500 sono eccellenti per installazioni a scaffale. Le Box 313 trovano invece la loro ragion d’essere se fissate a parete come previsto da progetto. Caratteristiche peculiari sono: trasparenza, definizione e coerenza che però si rivelano armi a doppio taglio se non avete un amplificazione all’altezza. In particolare le 300 se impiegate in stanze di piccole dimensioni sono meravigliose. Se non avete a disposizione uno scaffale per ascoltarla, appoggiatela provvisoriamente a terra a ridosso della parete di fondo : rimarrete allibiti! In caso di obbligata installazione a piedistallo il suono di questi diffusori peggiora enormemente e non le consiglio affatto. Sempre del 77 sono le tre vie Box 600-800-1000, altrettanto ottimi progetti che, pur sembrando più indicati (date le dimensioni) per un’installazione a piedistallo, trovano invece ottimizzazione timbrica sempre con un’installazione a scaffale con ripiani sporgenti dalla cassa anteriormente per circa 4-5cm.


1978-79

Grandi ambizioni per i diffusori amplificati “AKTIV-BOX ” prima serie di diffusori attivi Grundig. In foto sono raffigurate le AKTIV-BOX 40 (versione attiva delle BOX 2500a) e le AKTIV-BOX 50 ma esistono anche le AKTIV-BOX 30 e 20, versione attiva rispettivamente delle BOX 1500a e 850a. Un amplificatore dedicato ad ogni altoparlante (con crossover attivo) permette la massima linearità di risposta in frequenza nonché il massimo fattore di smorzamento possibile, a ciò si affiancano gli studi sull’emissione in campo vicino all’altoparlante iniziati con la serie prodotta nel 75 e giunti a pieno sviluppo sulla serie “a” Professional. Tutto ciò fa sì che tali diffusori siano dotati di enormi potenzialità purtroppo solo parzialmente espresse a fronte di un’implementazione telaistica non particolarmente ottimizzata. Ottime su piedistallo da 45cm (ideale quello delle Bose 901) se installate a ridosso della parete di fondo o su BF4 se maggiormente distanziate da tale parete. Fondamentale, data l’età di questi diffusori è controllare lo stato di efficienza dei diffusori stessi (vedi a tal proposito la voce “Modifica/controllo Grundig Aktiv” qui relativamente ai controlli da effettuare). Questi diffusori sono gli unici prodotti Grundig su cui ho deciso di intervenire al fine di evolverli full CCI: credo sia un peccato non poter rendere pienamente esprimibili le enormi potenzialità insite nel loro progetto solo a causa di limiti sullo sviluppo telaistico che furono risolti in Grundig solo successivamente con la serie XM (la quale però era leggermente peggiorativa come soluzioni acustiche). Tra le multivie Grundig passive di ogni epoca, la serie “a” professional è quella che personalmente preferisco per installazione a piedistallo (e tra queste in particolare la Box850a) e rappresenta quanto di meglio io abbia ascoltato tra i diffusori multivie passivi indipendentemente dal costo: eccellente trasparenza e coerenza a condizione di installarle adeguatamente (vedi metodo di installazione diffusori e metodo di accoppiamento diffusori al suolo ) e con le indicazioni molto importanti per l’inclinazione date sul forum qui . In stanze di piccola metratura un eccellente risultato si ottiene con i due modelli a due vie della serie professional (450 e 550) che al pari del 3 vie più piccolo, Box650 prof, sono diffusori indicati per collocazioni a scaffale, sempre a ridosso della parete di fondo. Un piccolo upgrade fai da te per le professional da scaffale che comporta una differenza di rilievo lo trovate qui. Fondamentale l’elettronica a monte data la trasparenza di questi oggetti. I modelli professional adatti per collocazioni a piedistallo sono invece dalla Box850a a crescere. La differenza rispetto ai modelli che trovano ottimizzazione a scaffale è palese e la notate nel modo in cui viene fissata la griglia: con un telaio ligneo asportabile sui modelli da piedistallo.

Un discorso a parte merita la SL1000, unico due vie a pavimento a sorgente simmetrica. Il primo due vie MTM prodotto con ben 5 anni di anticipo sulla trattazione di Joseph D’Appolito in merito. L’impiego di mid-woofer da 10cm comporta un ottima gamma media ma limita alquanto l’estensione in frequenza se non mettendo a frutto quattro rinforzi utili dovuti alle pareti in stanze di piccole dimensioni (vedi metodo).
Occorre acquisire consapevolezza del fatto che la SL1000 è un diffusore che “non suona” nel 90% delle possibili collocazioni…soprattutto se non si ha una stanza che consenta quattro rinforzi ambientali. E’ in assoluto il diffusore più “camaleonte” che mi sia mai capitato di incontrare, quello che può farvi passare “dalle stelle alle stalle” e viceversa in funzione della collocazione/scelta stanza. Nel 1980 fu sostituita dalla sl1000a (pure valida ma con un medio meno luminoso a fronte di un basso maggiormente presente) per cui essendo rimasta poco in produzione è molto rara.


1979 – TESTINE : SHURE M85G + stilo N91G (su PS1020) // DM95G + stilo N75G T2 (su braccio Dual in sistemi compatti) vedi i miei preferiti


1979 – GIRADISCHI : GRUNDIG PS1020 o PS1020a vedi i miei preferiti


1979-80 – SINTOPREAMPLIFICATORE: GRUNDIG X6500 tp vedi i miei preferiti


1984 – PREAMPLIFICATORE: GRUNDIG XV7500+T7500 & GRUNDIG SXV6000+ST6500 vedi i miei preferiti


1980-82

Nasce la prima serie di amplificazioni con estetica “alla giapponese” (all’epoca molto di moda) , anche se costruttivamente ineccepibile, dal punto di vista sonico è una serie che presenta un piccolo gap rispetto alle altre del decennio 74-85 (ma se ve ne capita uno provatelo a confronto con qualche “mostro sacro” se amate le sorprese…siamo comunque a livelli molto elevati). Questo gap si riduce notevolmente utilizzando per ogni sistema di amplificazione il tuner ad esso dedicato che va lasciato acceso mentre si ascoltano le altre sorgenti. Della serie del V2000 raffigurato sopra, sono il V1000 e V5000, nonchè il pre-finale XV5000-A5000. Probabilmente questi modelli furono i primi ad essere progettati della nuova serie del 1980 con telai metallici “simil jappo” ed infatti il piccolo gap rispetto alla serie precedente (causato dall’approccio verso una tipologia telaistica totalmente diversa per cui si è dovuto riapprendere ciò che si sapeva già fare con altri sistemi di montaggio adattandolo a questi telai completamente metallici) già non si ritrova nella serie slim di quegli anni e neppure (incredibilmente) nella serie midi della stessa epoca. I diffusori del 1980 inaugurarono la serie di diffusori con mobili in plastica che, per quanto possano far gridare allo scandalo l’audiofilo “bene”, presentavano invece ottima rigidità strutturale permettendo agevolmente di creare i profili frontali desiderati per ridurre i fenomeni di diffrazione sui bordi. Questa serie perdonava di più all’amplificazione rispetto alla serie professional ed è probabilmente la serie Grundig che meglio “sopporta” di avere a monte elettroniche convenzionali (con i relativi appiattimenti ed indurimenti che queste comportano). Gli stessi diffusori sono stati prodotti anche in versione amplificata (XM400-600-1500) che pure erano già di serie full CCI purchè complete in ogni particolare. Meno valide le XSM. Una coppia di deliziose XM400 fa parte della mia collezione, unico due vie attivo prodotto da Grundig.


1982-1984

Cambio di produzione con una linea molto meno massiccia della precedente. Sembra il classico impiantino che si faceva all’epoca : nulla di più sbagliato. Provate ad ascoltare un V7000 o un V7200 o un V7500 a confronto  di qualunque amplificatore esoterico abbiate in mente (evitando cavi esoterici): rimarrete allibiti dalla sonorità di cui questi apparecchi sono capaci. Stessa cosa dicasi degli altri modelli di quel periodo (incluse le serie “strette”). Questo sempre a condizione che non siano stati manomessi. Ancora un pizzico più liberi se correttamente settati sono i receiver di quest’epoca che svettano (pur essendo molto simili tra loro) col musicalissimo R7500. Nelle prove relative a questi apparecchi ( misure su carico reale ) trovate indicazioni per poter settare i controlli di tono per la massima linearità di risposta. La serie di diffusori in produzione nell’84 (box 360-660-860-1600) pur essendo valida non arriva alle vette tracciate dalle serie precedenti. Sempre dello stesso periodo è il CD7500. All’epoca della prima generazione di lettori 14 bit 4x oversampling non erano ancora impiegati filtri digitali con risposta in frequenza e fase lineari (FIR) a 120 coefficienti ma si utilizzavano ancora filtri a 96 coefficienti che comportavano una risposta in frequenza non perfettamente lineare sugli altissimi e rendevano tali lettori un filo addolciti su tale gamma. In foto un cd7500 che al di la di questo piccolo veniale difetto, insieme al cd7550 e al cd35, è un ottimo full CCI. Unico inconveniente: non sono telecomandabili. Attenzione: se ne trovano anche con cavo di segnale sostituito: lasciate perdere !


1982-86

Serie Monolith. La sola 190 in realtà è stata posta in produzione nell’80 con il generico nome di “Monolith” ma solo nell’82 è seguita e per molti anni è rimasta in produzione la serie Monolith i cui due modelli top (120 e 190) utilizzavano 7 midrange , 7 tweeter e 4 woofer sulla 120 che diventavano 8 sulla 190. Rimane la suddivisione in frequenza a 4 vie. Ho avuto occasione di ascoltare le 120 avendo conferma delle difficoltà di fare coesistere 7tw e 7mr , evidenziate da una considerevole direttività verticale e da una evidente carenza di definizione e “messa a fuoco”. Sono inoltre gli unici progetti Grundig speculari a fronte di disposizione altoparlanti non in asse, una concessione al mercato che all’epoca vedeva la specularità come un valore irrinunciabile. Più classica la Monolith 80 e la Monolith 50, particolare la Monolith 90 ove si allineavano in fase i centri di emissione dei 4 altoparlanti.


1985-86

Dietro a un aspetto che fa pensare più ad un giocattolo che ad un amplificatore si nasconde uno dei progetti Grundig più musicali: il V1700. Era già entrata Philips nella gestione del marchio e questo modello faceva parte di una serie economica (purtroppo dimensionata solo per carichi di 8 Ohm nominali) frutto della collaborazione con Sanyo (che ne era l’effettivo costruttore), una collaborazione che era in atto anche negli anni 79-80 (in cui non era ancora entrata Philips in Grundig), con la costruzione dei PS1010 e PS1020. Per linearizzare la risposta in frequenza occorre un piccolo intervento a livello controlli tono, (vedi prova qui ) e per ottimizzarlo a livello CCI occorre solo lasciare lenta di 1/4 di giro la vite posteriore di massa del phono. Ascoltatelo…insegna molto alle persone accorte, soprattutto insegna a porsi domande sulle reali cause del suono di un amplificazione…
Un’anomalia rimasta in produzione fino all’88 fu la serie 35 (cd35-T35-CF35-V35): gli ultimi prodotti Grundig con implementazione full CCI da progetto (anche se con qualche piccola variante sulla realizzazione).


Un consiglio per tutti: non manomettere in nessun modo tali prodotti: il peggioramento è assicurato. Attenzione sugli ampli Grundig a non ascoltarli con il loudness inserito (salvo poi lamentarsi con me dell’esuberanza del basso…). Questi prodotti sono indicati per persone accorte e metodiche, che si preoccupano di curarne l’installazione come da indicazioni. Vedi a tal proposito il metodo di installazione elettroniche ed installazione diffusori. Per meglio comprendere la principale ragione che determina la diversità di questi apparecchi da tutti gli altri, consiglio di leggere con attenzione la pagina scelta elettroniche
Un’interessante ed accurato excursus sulla storia del marchio Grundig è stato svolto da Marco Amboldi all’interno del nostro forum, lo trovate qui