Installazione diffusori e profondità di campo percepita

Molte persone commettono il grossolano errore di ritenere che la profondità percepibile da un suono riprodotto possa essere riportata nel proprio ambiente solo se i diffusori sono tenuti ben distanti dalla parete di fondo.
Vediamo se è possibile fare chiarezza su questo argomento.

La profondità di campo acustica di uno strumento musicale che suona in una stanza viene da noi percepita a fronte dei differenti suoni che giungono alle nostre due orecchie, in modo molto analogo a quanto percepiamo la profondità di campo visiva: se chiudiamo un occhio abbiamo infatti una palese difficoltà nel valutare quanto un oggetto disti da noi.

Alla distanza acustica dallo strumento musicale (che percepiremmo anche se suonasse all’aperto) si sommano i riverberi ambientali del luogo dove tale strumento viene registrato, che determinano a loro volta un aumento della differenza dei suoni che vengono percepiti dai due padiglioni auricolari e ciò determina la percezione di una maggiore profondità. Se facessimo suonare lo strumento musicale (reale) a ridosso di una parete, i tempi di riverbero si ridurrebbero venendo a ridurre drasticamente anche la sensazione di profondità…ed infatti nessuno mai farebbe suonare uno strumento musicale a ridosso di una parete!

Noi però non dobbiamo generare un suono ma dobbiamo RIPRODURRE un suono di uno strumento musicale che viene registrato già con i riverberi ambientali del luogo in cui ha eseguito la sua performance e, se vogliamo una riproduzione fedele, dovremmo curarci di non aggiungere altro riverbero a quello che è già registrato.
Ovvero le informazioni relative alla profondità sono già sul nostro supporto e dipende dalla fedeltà del sistema di riproduzione non perderle per strada.

La RIPRODUZIONE più fedele possibile in un ambiente non anecoico, ma comunque mediamente trattato acusticamente (come può essere un buon ambiente domestico) la si avrebbe con la sorgente di suono a filo parete di fondo, ovvero con i diffusori incassati a muro. Questo è quanto capita nei migliori studi di registrazione ove i grossi monitor chiamati a replicare l’evento, vengono installati a filo parete con la riduzione massima dei fenomeni di diffrazione e dei riverberi “aggiunti” ed equalizzandoli per una risposta in frequenza massimamente flat.
Sono valutazioni non fatte empiricamente ma sulla base di studi di vecchia data su cui l’acustica stessa si basa e che riguardano anche e soprattutto la regolarità di risposta in frequenza in ambiente. Ovviamente nessuno farebbe uno scasso a muro per installare i propri diffusori a filo parete in una normale abitazione, per cui il miglior compromesso ottenibile è quello di porre i diffusori il più possibile a ridosso della parete di fondo trattando quest’ultima in modo da ridurre l’influenza sul medioalto della rifrazione ancora presente su tale gamma di frequenza a fronte del montaggio non a filo parete. Un semplice tendaggio in velluto o qualche quadro in tela o in tessuto senza vetro possono già fare la differenza.

Da “Elements of acustical engineering” di Harry F. Olson si possono osservare i comportamenti di risposta in frequenza in funzione della forma del cabinet posto a distanza dalle pareti.

Come si nota l’unica forma di diffusore che si comporta in modo lineare in gamma media-medioalta se posta a distanza dalle pareti è la forma sferica. Non è una casualità che tutti i box Grundig siano consigliati per una collocazione a ridosso della parete di fondo ad eccezione dei box sferici Audiorama…

Inoltre un diffusore distaccato dalla parete di fondo oltre ad avere una risposta in gamma bassa meno corposa e più accidentata, genera esso stesso un aumento del riverbero causato dalla riflessione sulla parete di fondo che offre una sorta di “profondità inventata” dovuta al PROPRIO ambiente di ascolto. Nulla a che vedere con quanto presente nella registrazione.

Ad oggi la maggior parte dei sistemi audio sono installati (e spesso pure progettati) in barba a queste regole ma anzi cercando di simulare quell’armonia, che dovrebbe essere riportata fedelmente (cosa che quasi mai accade) dall’amplificazione, con quel succedaneo rappresentato dal riverbero ambientale della propria stanza di ascolto. Per tale ragione tutti installano i diffusori ben distanti dalle pareti (cosa del resto necessaria con la maggior parte dei diffusori bass-reflex per evitare un’eccessiva esaltazione della gamma bassa), talvolta pur a fronte di palesi differenti indicazioni da parte del costruttore. Il risultato è un suono colorito, vuoto, in cui la profondità inventata evidenzia una cospicua mancanza di rispetto timbrico. Non mi stancherò mai di dire che i problemi vanno risolti dove sono e non creandone altri nel tentativo di mascherarli. Purtroppo la diseducazione all’ascolto è imperante (e personalmente credo continuerà a peggiorare) essendo questo settore dominato dall’aspetto commerciale e non certo da una filologia di rispetto per la tecnica applicata e per la musica.