Grundig SL1000

Riporto sul sito, dopo cinque anni dalla pubblicazione sulla rivista Audio Review, alcuni miei articoli riguardanti i diffusori che più mi stanno a cuore. L’articolo a seguito lo trovate nella rubrica “SENZA SCADENZA” su AR n.389

Il capostipite dei diffusori in configurazione MTM

Questo mese prenderemo in esame il primo dei diffusori Grundig che entreranno a far parte di questa rubrica. Il marchio Grundig fu fondato da Max Grundig nel 1945 a Norimberga e fu insieme a Philips, il maggior produttore di radio e tv in Europa negli anni 60-70. Grandi investimenti furono dedicati al settore alta fedeltà nel periodo in cui questa raggiunse l’apice della popolarità negli anni 70-80 e a tal proposito sul n.383 di AR trovate un articolo dedicato alla produzione audio di questo marchio nel suo periodo di maggiore rilievo. Nel 1978 Grundig presentò a catalogo un diffusore, il modello SL1000, primo al mondo in configurazione MTM (midwoofer-tweeter-midwoofer). Questo avvenne ben cinque anni prima che Joseph D’appolito presentasse il frutto dei suoi studi all’AES. Cinque anni di anticipo eppure la configurazione MTM è universalmente nota come configurazione “D’Appolito”. Questo, senza voler toglier nulla all’indubbio valore dello studioso americano, dimostra che non è importante arrivare primi (costruendo per di più qualcosa di eccellente) se tale lavoro non viene presentato nel modo adeguato e nelle sedi idonee ritenute autorevoli. Di conseguenza un prodotto può passare totalmente inosservato anche se a produrlo è un colosso industriale. Chi ha preceduto il proprio tempo spesso ha poi dovuto attenderlo in locali piuttosto scomodi, ed infatti questo diffusore proprio a fronte della sua anticonvenzionalità e del suo esile aspetto non ottenne certo il meritato successo e già a due anni dalla sua presentazione fu sostituito dalla sua “evoluzione” SL1000a, in realtà un’involuzione che però mirava ad ottenere maggior apprezzamento popolare a fronte della sua maggior presenza in gamma bassa a scapito della media. L’SL1000 fu prodotto con due diverse finiture: grigio chiaro metallizzato e marrone metallizzato, questa finitura non lignea non deve trarre in inganno sulla natura del mobile che è in legno truciolato di notevole robustezza.

         

Questo Grundig è stato il primo due vie progettato per simulare una sorgente mono-trasduttore, utilizzando altoparlanti convenzionali, ovvero con l’ambizioso traguardo di fornire un’immagine esente dalle deformazioni inevitabilmente generate dalla comune dislocazione degli altoparlanti sul pannello frontale. Un esempio per rendere maggiormente comprensibile questo aspetto: un classico tre vie con altoparlanti in asse, woofer in basso, midrange in mezzo e tweeter in alto, avrà inevitabilmente la gamma alta emessa ad una altezza maggiore di quanto avvenga per la gamma media e ancor più rispetto alla gamma bassa per cui il medesimo strumento viene a spostarsi verso l’alto o verso il basso in funzione della frequenza riprodotta venendo quindi a perdere di credibilità. L’unico sistema che è “naturalmente” senza distorsione di immagine è il monovia ma, come sappiamo, questo comporta altro genere di problemi ben più gravi ed irrisolvibili. Una possibile alternativa sono gli altoparlanti due vie “in doppio concentrico” (tipo Tannoy ma non solo) che presentano a loro volta pro e contro rispetto alla soluzione MTM. Con gli SL1000 si ottiene, a parere dello scrivente, uno dei migliori compromessi che sia possibile realizzare tra la resa di immagine di un monovia e una rilevanza timbrica di prim’ordine. Tutto questo, come al solito, a fronte di precise ed imprescindibili condizioni che vedremo a seguito.

La tecnica
L’SL1000 è un due vie da pavimento in sospensione pneumatica che utilizza due mid-woofer da 10cm e un tweeter da 25mm in tela trattata, tutti di costruzione Grundig. La dislocazione degli altoparlanti su pannello è in configurazione MTM più comunemente (ma impropriamente dal momento che non ne fu l’inventore) detta “D’Appolito” a fronte degli studi presentati in AES nel 1983 da parte di Joseph D’Appolito riguardanti la minimizzazione dei lobi sui diagrammi polari di dispersione verticale utilizzando crossover di ordine dispari. In questo Grundig viene adottato un passa basso a 6dB/oct sui woofer con rete di compensazione d’impedenza, a cui segue un passa alto sul tweeter a 12dB/oct che sommato al naturale roll-off acustico di 12dB/oct del tweeter, che inizia dai 1100Hz circa, determina una pendenza del quarto ordine acustico ad iniziare da tale frequenza. Alla cella di filtro del tweeter viene anteposta in serie una rete RC parallela che ha il duplice scopo di attenuare il tweeter ed esaltare la parte più alta dello spettro, dai 10.3KHz in su. Da notare che questa rete è adottata solo sui tre modelli (SL1000, SL1000a, TL100) che utilizzano il particolare correttore acustico presente sul tweeter. Questo componente in tela trattata denota un’ottima realizzazione comprendendo anche una cupola di feltro per assorbire l’emissione posteriore. I mid-woofer da appena 10cm di diametro sono due gioielli di elettroacustica presentando ampie capacità di escursione lineare e una risonanza in aria ad appena 48Hz pur a fronte di un’ottima estensione sulla medioalta. Montati in cassa la risonanza viene a spostarsi a 94 Hz con un Qt di 0,65.

       

Il crossover è fissato al mobile con interposti due gommini di disaccoppiamento per le vibrazioni ed anche in questo caso, così come per gli altri casi visti finora con filtro “sospeso”, si riscontra come miglior soluzione all’ascolto quella con i diffusori posti direttamente a pavimento sui piedini originali, quindi senza utilizzare feltrini. I particolari profili, di materiale plastico rivestiti in lamiera, che sono anteposti ai tweeter regolarizzano la risposta in gamma media del sistema rendendo un poco più direttivo il tweeter e limitandone l’emissione a filo pannello.

        

La rimozione di tali profili comporta un evidente peggioramento della prestazione sonora. Altri correttori acustici sono posti dinanzi ai woofer al fine di limitare l’emissione diretta della sospensione degli stessi per la parte più alta dello spettro a loro riservato. Anche in questo caso provando a rimuoverli l’effetto all’ascolto è palesemente peggiorativo (compare qualche colorazione che invece è totalmente assente con tali profili installati). Questi, che possono sembrare solo dei vezzi estetici ai non addetti ai lavori, denotano una ricerca che non ha purtroppo avuto seguito in tempi più recenti ed è un vero peccato. Molto particolare risulta anche il modo di fissaggio dei woofer: entrambi non sono fissati direttamente alla cassa ma viene utilizzato un anello di lamiera con interposto del cartoncino per guarnizioni tra tale anello e il cestello dei woofer. Infine anche la base in materiale plastico di questo diffusore ha una sua “ragion d’essere” e sconsiglio di prendere in esame esemplari ove sia stata sostituita o presenti danni che ne compromettano la naturale rigidità: il posizionamento con il diffusore ben stabile sui quattro piedini originali è necessario per ottenere i migliori risultati. I woofer di diametro ridotto consentono la messa in atto di alcune condizioni necessarie per far si che la soluzione MTM non divenga uno svantaggio anziché un vantaggio, la principale fra queste è la necessità di una ridotta distanza tra i due woofer e il tweeter.  In un sistema MTM la frequenza di incrocio deve essere pari o inferiore a 2c/3d ove c è la velocità di propagazione del suono in aria e d è la distanza tra il centro di ciascun woofer e il centro del tweeter. Se misuriamo tale distanza in questo progetto troviamo d=13,5cm da cui la massima frequenza di incrocio possibile per non creare irregolarità sarebbe di 1698Hz. Su questo diffusore l’incrocio viene a collocarsi a 1600Hz. Il problema di tutte le sorgenti non concentriche è quello relativo alla presenza dei lobi di cancellazione fuori asse in funzione dell’errore temporale causato dalle distanze delle sorgenti, ciò avviene in zona incrocio sia con un due vie convenzionale sia con un MTM, quest’ultimo però presenta un vantaggio e uno svantaggio: il vantaggio risiede in un diagramma di dispersione verticale simmetrico mentre lo svantaggio sta nell’avere due driver (midwoofer) che sono chiamati a riprodurre la medesima gamma di frequenze essendo però posti tra loro ad una distanza doppia rispetto al tweeter. Ciò significa che avremo non solo i lobi di cancellazione dovuti all’interferenza midwoofer-tweeter in zona incrocio ma anche quelli dovuti all’interferenza tra i due midwoofer in funzione dell’angolo verticale comportando quindi una limitazione della finestra di ascolto su questo asse in relazione a quanto può avvenire con un due vie convenzionale. I lobi di cancellazione si hanno per frequenze in cui lo spostamento temporale tra i due driver corrisponde a metà lunghezza d’onda. La relazione tra la frequenza più bassa di cancellazione (indicata come fx) nella risposta sommatoria dei woofer e lo spostamento angolare verticale è data da:

fx = c/2 * |{[(L cos [theta])2 + (d + L sin [theta])2]1/2 – [(L cos [theta])2 + (d – L sin [theta])2]1/2}-1|

Considerando la suddetta distanza d e un punto di ascolto L posto a 3m con un angolo di ascolto verticale theta di 30° (che simula una situazione estrema di una persona alta due metri e venti posta in piedi a tre metri di distanza) otteniamo la più bassa frequenza di cancellazione a 1228Hz che causerebbe un buco in gamma media dal momento che anche il tweeter è già attenuato dal filtro a tale frequenza. Per evitare ciò occorre semplicemente ridurre l’angolo verticale della finestra di ascolto. Supponiamo ora di porre la medesima distanza L ma di avere una finestra di ascolto dotata di un più realistico angolo verticale di +-10° (che a 3m corrisponde ad uno spostamento di +-52cm dall’asse), rifacendo i calcoli si ottiene una fx pari a 3695Hz, abbondantemente al di sopra della frequenza di incrocio per cui rimanendo comodamente seduti su un divano non si hanno problemi in gamma media per quanto riguarda l’onda diretta. Sarebbe interessante valutare pro e contro dell’approccio D’appolito esaminando l’evoluzione che ha avuto il suo pensiero nel corso degli anni ad iniziare dal paper AES del 1983 e valutando i parallelismi e le diversità rispetto all’approccio Grundig. Data la vastità dell’argomento potremo preventivare un futuro articolo dedicato.

L’installazione
Un diffusore con tali caratteristiche sarebbe notevolmente limitato in basso se non ci venisse in aiuto “l’equalizzatore non escludibile” sempre presente nella nostra stanza (vedi AR n.385). A tal proposito servirà utilizzare un’installazione caso B ma con la presenza di ben quattro rinforzi utili di cui il quarto (che chiameremo K) potrà essere dovuto alle pareti laterali o eventualmente dovuto alla parte bassa del soffitto di una stanza mansardata. Da ciò si comprende che un utilizzo soddisfacente degli SL1000 sarà possibile solo in stanze dalle particolari caratteristiche. Avendo come esigenza primaria quella di estendere il più possibile la risposta sul basso porremo già la distanza inferiore X calcolata per un rinforzo coincidente alla risonanza del sistema (94Hz) ponendo poi a scendere gli altri tre rinforzi traslati tra loro di un fattore pari a 1,5. Con tali presupposti avremo quindi: X=35cm, Z=52cm, Y=78cm, K=117cm.  Ponendo il diffusore a ridosso della parete di fondo possiamo misurare dal centro dei woofer una distanza X = 30cm che si rivela un ottimo compromesso a fronte di un Qt inferiore a 0,7 (0,65). La distanza Z = 60cm è vincolata dall’altezza del tweeter ovvero dalla media delle altezze dei due wf rispetto al pavimento. A seguire avremo quindi con buona approssimazione la distanza Y = 80cm e la distanza K = 120cm. Non è importante l’applicazione “al cm” delle distanze calcolate quanto invece di porre un’adeguata distanza tra i quattro rinforzi (per evitare irregolarità di risposta) pur mantenendoli tutti in zona di frequenza utile (ovvero al di sopra dei 20Hz). In caso si ottenga il quarto rinforzo dalle pareti laterali andrebbe evitata la medesima distanza ponendo ad esempio una parete a 115cm da un diffusore e l’altra a 135cm dall’altro per evitare che il punto di ascolto si venga a trovare a metà stanza ovvero equidistante dalle laterali creando irregolarità di risposta. La soluzione mansardata, se il soffitto non è troppo basso (altezza minima non inferiore ai 120cm circa) , può comportare un risultato di notevole rilievo con questo Grundig (modali permettendo) consentendone l’impiego anche in ambienti di medie dimensioni come visibile in foto. La cura profusa nel cercare un posizionamento ben stabile sui quattro piedini originali viene ripagata all’ascolto soprattutto in termini di “spessore” e concretezza degli strumenti. Condizione necessaria con questo diffusore, a causa della disposizione a ridosso della parete di fondo, è il trattamento acustico della parete posteriore e allo stesso modo importante risulta essere la presenza di un tappeto anteposto ai diffusori. Nel caso specifico raffigurato in foto si è preferito un trattamento che privilegia l’aspetto di riflessione random dei (brrr) cartoni per le uova! L’effetto che si ottiene è nella maggior parte dei casi decisamente preferibile al trattamento (assorbente solo in gamma medioalta) dei pannelli in poliuretano anche se per quanto riguarda l’aspetto estetico lasciano sicuramente a desiderare. Anche con gli SL1000 funziona egregiamente il posizionamento parallelo rispetto alla parete di fondo e con diffusori piuttosto vicini tra loro. In senso verticale il miglior risultato di ascolto si ottiene ponendosi all’incirca all’altezza del woofer superiore, quindi comodamente seduti sul divano. Per quanto possa sembrare strano, risulta peggiorativo (oltre che scomodo) l’ascolto in asse al tweeter. Al contempo sono sconsigliabili distanze di ascolto inferiori ai 2,5m. Concludo con quello che è sicuramente il consiglio più importante:  se non avete la volontà/possibilità di mettere in atto quanto sopra esposto passate oltre nella scelta, questo diffusore non ama le mezze misure, può dare molto ma pretende molto.

L’ascolto
Va premesso un aspetto di cui occorre essere ben consapevoli prima di intraprendere il “percorso SL1000”: questo diffusore è il “camaleonte” per antonomasia. Nessun altro sistema di trasduzione elettroacustica di mia conoscenza riesce a mutare il suo modo di suonare dell’entità di cui è capace l’SL1000. Se mal collocata/pilotata può suonare come una cassettina da pc mentre al contrario, se tutto è fatto come occorre, è in grado di offrire uno spettacolo acustico di rilievo assoluto. L’SL1000 è una “primadonna” a tutti gli effetti ovvero è un componente estremamente suscettibile ai minimi cambiamenti e spaventosamente sensibile alla corretta installazione in ambiente e alle qualità del sistema a monte. Se questi presupposti sono adeguatamente curati (cosa che può portare via molto tempo) allora esce qualcosa che non ci si aspetterebbe mai da due colonnine con due woofer da 10cm e non solo come pienezza ed estensione (merito dei quattro rinforzi dovuti all’ambiente) ma anche e soprattutto per la spiccata dedizione timbrica che abbinata alla tipologia di emissione “da monovia” determina una sonorità tale di fronte alla quale è veramente difficile non rimanere stupiti. Qual è la differenza rispetto ad un diffusore con disposizione altoparlanti convenzionale? A parità di rispetto timbrico un diffusore affetto da distorsione d’immagine determina una sua immagine strumentale, come se un pianoforte venisse riportato attraverso due finestre di ascolto in cui la disposizione fisica dello strumento nello spazio in funzione del registro riprodotto dipende dalla disposizione fisica degli altoparlanti. Con gli SL1000 semplicemente non si hanno tali finestre, ma solo il pianoforte live. Il diffusore scompare letteralmente riportando la presenza fisica dello strumento che assume una sconcertante credibilità lasciando in totale spensieratezza lo spazio alla musica. Ascoltare una batteria da un paio di SL1000 che esprimono compiutamente le loro potenzialità (i quattro rinforzi ambientali sono a tal fine indispensabili) è un’esperienza da provare essendo una delle più incredibili che possa riservare questo settore. Se poi volete ascoltarci i Led Zeppelin a tutto volume forse questo Grundig non è la scelta migliore che potete fare, ma solo perché rischiereste di romperle. Se il limite in gamma bassa è infatti in gran parte compensabile con un’adeguata installazione (stanza permettendo) ciò che invece non è aggirabile in alcun modo è la tenuta in potenza: quando si ascolta questo componente come deve essere ascoltato è talmente facile e appagante abbondare (con alcuni generi musicali) con la potenza che viene costante il patema d’animo su “quanto potranno resistere ancora a questo volume?”. Per mia fortuna non ho ancora dato risposta a questa domanda ma il rischio (soprattutto con l’hard rock) c’è!

In questa rubrica saranno presi in esame diffusori che offrono ancora qualcosina in più come rilevanza timbrica in gamma media (generalmente a tre o più vie e con midrange a cupola) ma sempre a fronte di una propria distorsione d’immagine derivante dalla peggiore simulazione di una sorgente unica. Quale di questi due fattori possa assumere maggior rilevanza sulla propria soggettiva sensibilità all’ascolto è ovviamente un aspetto che ciascuno dovrebbe valutare personalmente. Lo scrivente è dell’opinione che si debba cercare per quanto possibile di salvare capra e cavoli (alias timbro e immagine naturale) e l’SL1000 è, a certe condizioni, uno dei rarissimi diffusori che consentono di fare questo.

Conclusioni
Questo sistema MTM presenta soluzioni che lo pongono, dopo 39 anni dalla presentazione, tutt’ora all’avanguardia. Statene alla larga se non avete una stanza che permetta quattro rinforzi utili in gamma bassa, così come statene alla larga se volete ottenere con poco sforzo un risultato notevole. Queste due colonnine danno parecchio filo da torcere per farle esprimere al massimo delle loro potenzialità e non di rado si può desistere dall’impresa se non si ha mai avuto l’occasione, almeno per una volta, di ascoltare cosa sono in grado di fare se installate e pilotate correttamente. La reperibilità è ancora buona per un oggetto di questa età, occorre solo fare attenzione ad eventuali manomissioni (basi rotte o rifatte, connettori DIN sostituiti, etc) che possono cambiare anche considerevolmente il loro suono. Tra i diffusori trattati in questa rubrica ve ne sono/saranno di famosi così come di semisconosciuti ma tutti sono stati scelti in funzione di una comune caratteristica: il rispetto per la musica. Ovvero tutti presentano (se adeguatamente installati e pilotati) la tendenza asintotica a quello che dovrebbe essere l’ideale obiettivo per un componente ad ALTA FEDELTA’: la minimizzazione delle caratteristiche proprie per riportare il più fedelmente possibile la sonorità originale dell’evento riprodotto. Esistono diffusori che hanno contribuito a scrivere la storia dell’alta fedeltà pur a fronte di spiccate (e da alcuni apprezzate) caratteristiche PROPRIE e che per tale ragione non faranno parte di questa selezione. Questo esile e anonimo diffusore a colonna con due woofer da 10 cm invece ne fa parte e vi garantisco a pieno diritto.

Massimo Ambrosini