Suono, vintage e norme di sicurezza

Chi segue questo sito ed il forum ad esso collegato ha inteso da tempo come rappresenti un vantaggio in campo audio quello di NON avere la messa a terra dei telai. Collegare a terra un telaio significa infatti generare correnti che determinano differenti potenziali in vari punti del telaio medesimo. Ciò significa non avere un riferimento di massa univoco sull’amplificatore e quindi una conseguente (misurabile) leggera maggiore distorsione. E’ un problema simile all’annoso problema dell’evitare loop di massa che preoccupa da tempo immemore i progettisti audio (quelli più saggi…). Questo problema sul suono è però ben più evidente di quanto gli strumenti siano in grado di evidenziare: tutti gli apparecchi che ho provato nel corso degli anni peggiorano decisamente la loro sonorità se collegati alla messa a terra elettrica….ad eccezione di un caso, l’unico di mia conoscenza (ma sicuramente ce ne saranno altri), in cui il collegamento di terra non solo è un miglioramento ma è anche assolutamente necessario per evitare un potenziale autentico pericolo: il Classè Audio DR3.
Su questo apparecchio il progettista fece la “furbata” (al fine di riuscire ad ottenere la sonorità cercata…) di lasciare disconnessa dal telaio la massa circuitale (o meglio le masse essendo indipendenti per i due canali)! A fronte di ciò la messa a terra del telaio è indispensabile ma è anche indispensabile accendere l’amplificatore con il preamplificatore collegato agli ingressi per evitare che la 50Hz di rete captata dagli ingressi aperti mandi letteralmente in clipping l’amplificatore medesimo!
A parte questa parentesi curiosa, abbiamo un notevole numero di amplificatori vintage (anni 50, 60 ed inizio anni 70) che non hanno la messa a terra del telaio in quanto non esistevano ancora normative di sicurezza che lo richiedessero. Se avete apparecchi attempati in casa di quell’epoca che valutate molto validi dal punto di vista sonoro potreste accorgervi che il cavo 220V è bipolare e non presenta il filo di terra….
Se molti apparecchi vintage suonano meglio di quelli attuali a volte ci sono ragioni tecniche palesi anche se trascurate dai più….oltre ad essere di sconveniente divulgazione.
Del resto effettuare in un amplificatore un montaggio a doppio isolamento comporta costi aggiuntivi per cui molti costruttori preferiscono ignorare il problema sul suono e cavarsela facilmente con una bella e sbrigativa messa a terra. Se non vi piacciono le elettroniche odierne rispetto a quelle (comunque non perfette) del passato una valida ragione c’è.

Da circa metà degli anni 70 molti costruttori iniziarono ad adottare il terzo polo centrale che permetteva di collegare al potenziale di terra (tramite la presa 220V della rete elettrica di casa) gli apparecchi. Dall’entrata in vigore delle norme di sicurezza elettriche (in tempi diversi nei vari paesi), gli apparecchi che non avevano la messa a terra del telaio dovevano essere a “doppio isolamento”.
Tutti gli apparecchi full CCI (sia Grundig che LT) non hanno il filo di messa a terra del telaio e quasi tutti sono a “doppio isolamento” nel rispetto delle normative di sicurezza. Cosa significa ciò? Significa che i punti a tensione pericolosa (220V) devono presentare un doppio isolamento rispetto al telaio (che può essere in materiale metallico e quindi elettricamente conduttivo) con cui l’utente finale entra in contatto. Se l’apparecchio è a doppio isolamento lo vedete dal pannello posteriore in cui sono raffigurati due quadrati, uno all’interno dell’altro.
Perché “quasi tutti” ?
Perché gli apparecchi costruiti prima dell’entrata in vigore delle norme di sicurezza anche in Grundig non avevano la messa a terra del telaio e non erano a “doppio isolamento”.  Per coloro che sono ligi alle norme di sicurezza è importante conoscere questo aspetto. Per coloro che invece vorrebbero conoscere concretamente i veri pericoli che si corrono nell’utilizzo di oggetti “pre-norme” direi che allo stato attuale degli impianti elettrici in cui un interruttore generale magnetotermico differenziale ( evidenzio quest’ultima caratteristica in quanto è quella che dona a tale dispositivo la caratteristica di “salvavita”) è sempre presente, non si corrono reali pericoli: in caso che una tensione pericolosa entrasse in contatto accidentale con il telaio di un apparecchio e qualcuno toccasse quest’ultimo la corrente circolando nel nostro corpo percorrerebbe solo uno dei due poli e quindi per “differenza” (da cui il termine “differenziale”) di corrente che percorre entrambi i poli, il salvavita scatterebbe immediatamente. Se però dovete impiegare questi apparecchi in vecchie case con impianti elettrici non a norma ove non sia presente un salvavita beh…occhio!