Circuit Chassis Interface FAQ

D: Che cosa è il CCI?
R: Per circa 20 anni non mi sono minimamente preoccupato di etichettare con una sigla il lavoro da me (e prima di me dai progettisti Grundig…) svolto. Solo nel 2004 è nato a tal fine l’acronimo “Circuit Chassis Interface” che sottolinea l’importanza di una opportuna e sistematica implementazione telaistica/circuitale in funzione dei disturbi RF e dei problemi correlati di natura vibrazionale che intermodulano col segnale in transito.
Tali problemi purtroppo non si risolvono smorzando pannelli con materiali bituminosi o utilizzando materiali non ferromagnetici. E’ un problema che presenta una certa complessità, non a caso il mio lavoro di ricerca in questo ambito ha avuto inizio nel 1983

D: Perchè i Grundig che utilizzavano questa tecnica non sono stati scoperti all’epoca?
R: Per due ragioni egualmente determinanti:
1) All’epoca i prodotti Grundig erano distribuiti in negozi fidelizzati ove si vendeva SOLO Grundig dalla radiolina al televisore all’hi-fi. Questi prodotti non si trovavano quindi nei negozi che trattavano l’alta fedeltà classica ed è questo il motivo per cui nessuno o quasi li ha conosciuti all’epoca e mai li ha potuti ascoltare a confronto di altri apparecchi.
2) Negli anni 70-80 periodo in cui vi fu il boom vero e proprio dell’hi-fi le riviste dettavano legge e tutti pendevano dalle labbra dei recensori (anche perchè all’epoca nelle prove ben maggiore importanza si dava alle misure e molto meno all’ascolto che non veniva neppure effettuato sulle elettroniche). Proprio le riviste lanciarono la moda del “tutto separato e di marche diverse” che associato alla moda della ricerca di distorsioni infinitesime a 3 cifre decimali portò a snobbare Grundig in quanto era quella dei “compattoni plasticosi” che avevano distorsioni “solo” secondo norme DIN inferiori allo 0,1%!
Pensate che io stesso all’epoca stavo per comprare un compatto Grundig e optai (condizionato da quanto sopra) per un coordinato Pioneer.

D: Perchè gli altri non ci hanno pensato?
R: C’è sempre nella storia dell’uomo chi arriva prima di altri a comprendere un fenomeno fisico o ad inventare qualcosa di nuovo, ciò che può stupire è semmai: “perchè gli altri non hanno copiato o sviluppato tali soluzioni”?
In realtà ci sono stati svariati approcci al CCI all’epoca in cui l’hifi era un fenomeno diffuso (e non di nicchia) e svariati costruttori (Radford, DNM, Telefunken, Philips, Phase Linear, Sansui, Sanyo, Saba, McIntosh, etc) hanno sperimentato soluzioni interessanti in tal senso ma assolutamente primordiali rispetto a quelle adottate in Grundig e….non essendo forniti gli apparecchi di un “manuale di progettazione” risulta molto complesso anche fare spionaggio industriale o “reverse engeenering” in merito.
Altro aspetto, che però ha assunto maggiore rilevanza con la nascita dell’alta fedeltà “esoterica” (e cioè per pochi “eletti”), è l’attitudine sempre più spocchiosa dei progettisti audio che vedono per buono solo ciò che loro (ciascuno di loro) crea, non interessandosi delle soluzioni altrui.

D: Il CCI fu casuale in Grundig?
R: Il periodo in cui vi fu una cura sistematica delle problematiche di interfacciamento tra circuito e telaio in Grundig durò circa un decennio (dal 74-75 all’85-86) con un periodo leggermente peggiorativo (80-81) dovuto alla riprogettazione dell’intera linea HI-FI con telai esteticamente più accattivanti “alla giapponese”. L’equipe ingegneristica dovette rivedere soluzioni che una telaistica totalmente diversa e nuova aveva sovvertito. Per trovare soluzioni full CCI con questi telai si deve attendere l’82 a dimostrazione che la soluzione non era proprio così immediata pur conoscendo già il problema su telaistica diversa (dal 75 a fine 79).
Non serve essere tecnici per accorgersi in modo lampante dell’esistenza non casuale di una sistematica di intervento in Grundig: un “caso” capita per sua stessa natura una sola volta mentre nel periodo suddetto in Grundig TUTTI gli apparecchi commercializzati suonavano in modo pressochè identico (le differenze sono sfumature) e tutti in modo enormemente più libero e trasparente rispetto agli altri marchi. C’è comunque chi di fronte alle motivazioni che determinano tali differenze vuole chiudersi occhi e orecchie e ciò rientra nel normale autoprotezionismo dell’essere umano: per molti un problema esiste solo se sono in grado di spiegarselo.

D: Come mai si è perso tale patrimonio di conoscenze? E come mai non fu adeguatamente pubblicizzato all’epoca?
R: La Grundig già nell’Aprile dell 84 cambiò proprietà passando a Philips per cui i prodotti iniziarono ad avere da quella data una iniziale e graduale “influenza” da parte di Philips. Fino all’87-88 rimase comunque ancora in produzione qualche sporadico modello di progettazione Grundig (ad esempio la serie 35). La parte relativa alla progettazione HI-FI fu esternalizzata mentre l’equipe interna fu dirottata ad altre mansioni sempre di progetto nel settore video. Un brevetto in ambito CCI sarebbe facilmente aggirabile per cui meglio mimetizzare quanto mimetizzabile e puntare tutto sul termine “Qualità” pubblicizzato in tutti i cataloghi (e caso più unico che raro corrispondente al vero) non accennando alle peculiarità che avevano questi prodotti (accenni che avrebbero solo aiutato la concorrenza).

D: possibile che se fossero così eccezionali questi prodotti in 30 anni non se ne sia accorto nessuno?
R: Se ne sono accorti in molti (anche grazie a questo sito, presente on-line dal 1999) sia in Italia che all’estero ma non sono tra quelli che hanno “VOCE” per essere ascoltati: non l’ufficialità insomma troppo impegnata a difendere i propri interessi che coincidono con l’intoccabilità di prodotti ultracostosi in produzione, fonti della pubblicità su cui campano e che sono enormemente peggiorativi rispetto ad un qualunque apparecchio CCI.
Solo semplici appassionati dotati di orecchie se ne sono accorti al punto da defenestrare tutto il resto, ma quei pochi che si sono azzardati a sostenere la cosa su forum pubblici sono stati presi a lancio di pomodori (virtuali per fortuna) da coloro che invece difendono l’intoccabilità dell’hi-fi odierna….Insomma la verità in questo caso NON PUO’ (e non deve) emergere!

D: Sugli LT si impiegano circuitazioni Grundig?
R: No. si impiegano solo i medesimi accorgimenti CCI dei prodotti Grundig dell’epoca con la differenza di non avere controlli di tono e quindi la massima linearità di risposta. Sfumature comunque.

D: come hai fatto ad accorgerti del CCI e di Grundig?
R: Il mio primo finale “serio” costruito nell’83 seguendo i consigli delle riviste (alto slew rate, elevata erogazione in corrente, zero feedback), impeccabile alle misure, era all’ascolto semplicemente inascoltabile….mentre un piccolo ampli da 12w che mi ero costruito all’ITIS senza pretese era (casualmente) una gioia per le orecchie….da li il dubbio: non me la raccontano giusta! E da li è iniziata la mia ricerca sui perchè. Era il 1984.
Quando circa 6 anni dopo mi imbattei in Grundig ebbi modo di osservare interventi simili a quelli che nel frattempo avevo posto in essere ma enormemente più evoluti. Moltissimo ho quindi potuto apprendere dai Grundig.

D: Che marchio è LT?
R: Linear Transfer (trad. “trasferimento lineare”) non è un marchio commerciale ma semplicemente il marchio che ho attribuito ai miei personali progetti. La speranza è quella che vi possa essere qualche industria dalle adeguate possibilità che possa esserne interessata per avviarne una produzione in serie. I vantaggi qualitativi che ne trarrebbe sarebbero enormi e con limitato investimento dal momento che si potrebbe apportare tale implementazione ad apparecchi già esistenti ottenendo un suono totalmente diverso. Allo stato attuale però le industrie hanno capito che è molto più vantaggioso commercialmente investire in estetica e pubblicità (ovvero in “marketing”) per cui temo che il mio lavoro andrà perduto. E questa sarà la seconda volta che capita considerando Grundig.

D: Quali sono le peculiarità sonore di tali apparecchi CCI, che ve li fanno preferire a tutti gli altri?
R: Fondamentalmente lo spazio armonico! Con apparecchi CCI si ha modo di sentire (con quasi qualunque registrazione) la stanza in cui un suono è stato registrato tanta è la cura nel riportare integre le informazioni originariamente registrate. La sensazione che se ne trae è l’esatto contrario di un suono compresso: libertà armonica ed assenza di durezze con un numero incredibile di particolari che risultano nascosti con elettroniche convenzionali. Altre caratteristiche che vengono di conseguenza sono l’assenza totale di fatica d’ascolto anche a volumi sostenuti e la “fluidità dinamica” (impatto senza cattiveria) con una definizione dei suoni che non vengono mai ad impastarsi fra loro rendendo ampia nelle tre dimensioni l’immagine stereofonica. In una parola è il suono che piace se ascoltate d’istinto in quanto percepite in ogni nota la sincerità.

D: Perché è preferibile avere tutte le elettroniche CCI (c.d. “full CCI”)?
R: Semplicemente perchè per avere un risultato effettivamente trasparente nella sua globalità si devono sovrapporre solamente “vetri” trasparenti: è sufficiente un vetro non trasparente (deformato offuscato o colorato) per compromettere la visione del paesaggio posto al di la dei vetri stessi che risulta quindi deformato ed offuscato. In campo audio la cosa non cambia…

D: E le casse sono pure CCI?
R: L’intervento CCI sui diffusori è molto più limitato e molto meno influente rispetto a quanto avviene con le elettroniche anche se ciò non significa che sia trascurabile.

D: Dove posso ascoltare ed eventualmente acquistare questo tipo di apparecchi?
R: Per quanto riguarda gli ascolti un’ottima occasione è rappresentata dai meeting organizzati in giro per l’Italia, in cui ciascuno può portare i propri apparecchi da porre a confronto diretto effettuando tutte le prove che desidera fare (e nel modo in cui lo desidera) oppure se si vuole passare a trovarmi per un ascolto l’unica condizione che pongo è quella di portarsi appresso uno o più apparecchi da porre a confronto diretto: le differenze solo così si apprezzano in modo chiaro ed evidente quando si ascolta in una stanza diversa dalla propria.
Per quanto riguarda la possibilità di acquisto di Grundig il mercato maggiore è ebay.de oppure, con minori rischi, si può cercare anche nel mercatino del ns forum. Purtroppo il rischio maggiore, trattandosi di apparecchi piuttosto anziani, è quello di trovarli in condizioni non originali a cui si aggiunge una probabilità di incorrere in guasti sicuramente maggiore rispetto ad un prodotto nuovo.
Per quanto riguarda gli LT non sono apparecchi in commercio, li realizzo personalmente uno ad uno, praticamente a prezzo di costo e solo per gli amici che accettano pro e contro di una realizzazione artigianale.

D: Quali vantaggi pratici si hanno in un sistema CCI
R:- sicurezza di installazione. Una volta rispettate le poche norme di installazione il risultato è sempre ripetibile con la medesima qualità anche se ovviamente in funzione delle variabili della stanza di ascolto.
Molto importante, al pari di altri sistemi, è il trattamento dell’ambiente. Per approfondimenti sulla corretta installazione dei diffusori in ambiente vedi il metodo relativo.
– Nessun accessorio extra. Dal momento che tutte le soluzioni normalmente delegate agli accessori sono qui risolte nella progettazione (vibrazioni, interferenze, cavi), non c’è possibilità di non ottenere in casa il risultato promesso e nulla è richiesto all’utente finale se non di godere dei propri dischi senza che il dubbio di aver sbagliato cavo si insinui nel suo piacere di ascoltar musica.
– Nessun costoso cavo “pitone”. I cavi Grundig sono già la migliore scelta che il mio orecchio ha avuto modo di ascoltare, dal momento che non è facile però trovarli, nella sezione “scelta cavi” sono indicati alcuni cavi odierni abbastanza simili come sonorità.
– Sinergia sicura. Non perché ogni elemento sia costruito per lavorare con l’altro ma solo perché ogni anello della catena è studiato per raggiungere la massima trasparenza possibile e come logica conseguenza il miglior risultato si ottiene in una catena in cui ogni elemento sia il più possibile trasparente: questo non si traduce in un suono “impressive” tipicamente audiofilo ma in un suono che se ascoltato istintivamente porta a “far battere il piede” a fronte della sua spontaneità e tridimensionalità. Ciò che viene inteso come trasparenza è spiegato nella pagina “l’ascolto”

D: Leggendo i commenti su vari forum in rete, mi è parso che vi descrivano come una sorta di setta di pazzi plagiati… Frequentarvi è pericoloso?
R: Beh il rischio effettivo è quello di risparmiarsi svariate migliaia (o decina di migliaia) di euro ottenendo in più un risultato pienamente soddisfacente (cosa che mai si raggiunge nell’hi-end), per più di qualcuno ciò è mooolto pericoloso.