BBC LS3/5a 15Ohm

Riporto sul sito, dopo cinque anni dalla pubblicazione sulla rivista Audio Review, alcuni miei articoli riguardanti i diffusori che più mi stanno a cuore. L’articolo a seguito lo trovate nella rubrica “SENZA SCADENZA” su AR n.390

Sono ben pochi i progetti che possono vantare la longevità di questa “scatola da scarpe” un’icona conosciuta ed apprezzata in tutto il globo.

 “This report descrive the design of a miniature two-unit loudspeaker of adequate sound quality and loudness to serve as a monitor in conditions where larger existing designs would be unusable”. Queste è l’introduzione del report BBC datato Ottobre 1976 in cui viene descritto il progetto LS3/5a nella sua versione originale a 15 Ohm. Nella codifica adottata da questo network la sigla “LS” sta per “loudspeakers”, la prima cifra “3” identifica l’impiego come monitor per esterno ovvero per studi televisivi mobili (furgoni) e l’ultima cifra “5” è semplicemente un contatore che identifica il quinto tra i progetti finalizzati a questo utilizzo. Questo diffusore nasceva quindi come “monitor di secondo livello” specificamente dedicato al riascolto per piccoli ambienti ed andava ad affiancare i “monitor di primo livello”, identificati dal “5” come prima cifra (di cui i più noti e famosi sono gli LS5/8 e LS5/9) il cui utilizzo era invece in studio di registrazione. Eppure questo progetto BBC, l’unico in sospensione pneumatica, ha avuto un successo planetario che va ben oltre le più rosee previsioni e ben oltre l’apprezzamento avuto nei confronti dei suddetti monitor di primo livello. Rogers, Audiomaster, Chartwell, Spendor, RAM, Goodmans, furono i licenziatari (in tempi diversi in quanto BBC non fornì mai più di tre licenze per volta) a cui si deve la produzione dell’LS3/5a originale versione “15 Ohm”. Vari altri costruttori acquisirono successivamente, a seguito dell’introduzione della versione “11 Ohm” nel 1987, la licenza di questo progetto e  tra questi la stessa Kef. Tale è stato l’apprezzamento riservato a questo progetto che ai nostri giorni la Falcon sta ricostruendo su licenza il progetto originale a 15 Ohm ad iniziare dalla produzione degli stessi altoparlanti, da anni non più costruiti da Kef.

Il progetto LS3/5 (senza “a”) risale al 1970, costruito in una ventina di esemplari mai commercializzati. Entrambi i driver erano diversi ed il tweeter era originariamente disposto in basso e costruito con custodia in materiale plastico. Il suffisso “a” venne introdotto solo nel 1974 a fronte delle varianti costruttive introdotte da Kef sui due driver, varianti tali da comportare cambiamenti anche sul filtro. Entrano quindi in scena il B110-sp1003 e il T27-sp1032, due altoparlanti che accompagneranno tutta la produzione della versione 15 Ohm nelle sue tre differenti varianti. La prima licenza per la costruzione e commercializzazione di questo progetto BBC fu rilasciata al marchio Rogers che, già acquisito da Swisstone, iniziò la produzione dell’LS3/5a nel 1975. In questo articolo vedremo la prima versione prodotta da Rogers comunemente chiamata “gold badge” a causa del colore degli stemmini. Trattasi di una delle versioni più ricercate tra gli appassionati al pari della prima versione prodotta da Chartwell e, generalmente, la maggioranza silenziosa ci sente bene quando non ha tabu’ particolari da affrontare. Rogers costruì anche un sub dedicato all’LS3/5a denominato AB1, per impieghi in stanze di grandi dimensioni.

La tecnica
La versione 15 Ohm rispetto alla successiva versione 11 Ohm diverge principalmente per l’utilizzo di un autotrasformatore adibito all’attenuazione del livello del tweeter in luogo di un meno costoso partitore resistivo e per l’utilizzo di un differente woofer, il B110-sp1003 che sulla 11 Ohm viene sostituito con il B110-sp1228. L’autotrasformatore permette un pilotaggio “quasi” in tensione dell’altoparlante (supponendo trascurabili le perdite interne) consentendo quindi la migliore linearità e smorzamento. In questo caso se ne sfrutta anche il comportamento da induttore per cui viene a determinare insieme a C2 e C4 la frequenza di taglio del tweeter.

Il vantaggio all’ascolto rispetto alla serie successiva risiede nella qualità della gamma media decisamente preferibile sulla 15 Ohm mentre sulla 11 Ohm è invece il basso ad essere maggiormente presente. Questo diffusore fu presentato come “baffle infinito” a fronte di un’installazione pensata a ridosso della parete di fondo che risulta non controindicata anche in mancanza di trattamento acustico della stessa. Ciò a fronte della riduzione dell’emissione a filo pannello (e delle conseguenti minori diffrazioni sui bordi) ottenuta con l’impiego di un quadrato di feltro applicato intorno al tweeter che trova massima ottimizzazione con il telaio/tela normalmente montato. Viene inoltre adottata una cupola metallica di protezione anteposta alla cupola del tweeter che influenza anche la risposta in frequenza, l’efficienza e la dispersione del medesimo. Originariamente la tela utilizzata era in “tygan”, un materiale brevettato composto da filamenti plastici e normalmente impiegato nelle sedie a sdraio. In seguito, non essendo più prodotto questo materiale, si passò a una più comune stoffa purtroppo di ben peggiore validità acustica.

Alla variante qualitativa dovuta ai differenti costruttori (con inevitabili variabili sulla tipologia di componentistica del filtro), viene a sommarsi quella dovuta alle tre differenti versioni di crossover FL6/23 con differenze che possono essere talvolta piuttosto marcate tra le varie “15 Ohm version” reperibili.

Il filtro di questo diffusore è uno dei più complessi che si possa trovare su un diffusore dotato di due soli altoparlanti ed evidenzia un accorto lavoro di compensazione delle caratteristiche dei medesimi. L’autotrasformatore offre la possibilità di variare il livello inviato al tweeter (con ponticelli a saldare) ma andrebbe in tal caso variato anche il valore del condensatore C2 (erano presenti indicazioni precise al riguardo) per mantenere la stessa frequenza di incrocio. Da prove fatte la posizione nr.5 con il C2=2uF (ovvero la condizione come di serie) è quella che comporta il miglior equilibrio con una stanza mediamente assorbente. La pendenza del passa alto è di 18db/oct con inversione di fase dell’altoparlante. L’incrocio avviene a circa 3,5Khz come visibile dalla risposta ai morsetti degli altoparlanti. Da tale risposta si evidenzia anche la pendenza reale del passa basso che è di fatto del secondo ordine (12dB/oct) quando invece un’osservazione sommaria dello schema potrebbe far pensare a ben altro ordine di pendenza. Le tre differenti versioni licenziate di questo filtro comportano varianti su due componenti.

 

Versione originale Versione da Aprile 1980 Versione da Maggio 1982
C5=6,2uF C5=8,2uF C5=10uF
R2=33 Ohm R2=33 Ohm R2=22 Ohm

Queste differenze sono state motivate (secondo quanto dichiarato da BBC) da piccole varianti costruttive presenti sui differenti lotti di B110-sp1003 forniti nel corso degli anni (varianti sul trattamento del cono e della cupola, varianti sullo spessore del bextrene e varianti sui collanti impiegati) che hanno determinato  piccole variazioni di risposta in frequenza del woofer in gamma media. Potete osservare dalla risposta in frequenza ai morsetti del woofer, come  varia il comportamento del filtro in funzione delle tre differenti reti. Sulla versione presa in esame in questo articolo la soluzione migliore all’ascolto si è rivelata quella originale. La cella di filtro del woofer compensa l’andamento crescente della risposta del cono in bextrene a forma esponenziale ma compensa anche un buco sui 1700-1800Hz fornendo all’ascolto una resa in gamma media abbastanza simile a quella di un buon midrange a cupola (a certe condizioni di installazione che vedremo a seguito).  Al contempo viene esaltato il basso simulando un Qt prossimo a 1,25-1.3 in luogo di un Qt reale di 0,61 e una fr=85Hz misurati sull’esemplare testato. Il filtro è in questo caso fissato dietro al tweeter in modo rigido utilizzando quattro colonnine di supporto. Un feltro di smorzamento è inserito tra magnete del tweeter e crossover per smorzare (come dichiarato da BBC) le vibrazioni del medesimo. E’ interessante notare come questo espediente, una via di mezzo tra crossover sospeso e crossover rigidamente fissato, si comporti all’ascolto in modo molto più simile a quest’ultima soluzione “obbligando” a feltrinare la base del piedistallo per ottenere i migliori risultati in termini di spontaneità di emissione. L’impedenza minima in gamma bassa non scende mai sotto gli 8 Ohm e l’argomento della stessa non presenta mai sfasamenti pericolosi per l’amplificazione, un carico facile.

L’installazione
A fronte di un’esaltazione piuttosto marcata, con picco sui 160Hz, dovuta al filtro, disporremo i rinforzi ambientali (vedi “l’equalizzatore non escludibile” su AR n.385) a partire questa volta dalla parziale  cancellazione (posta a circa 0,33λ) dovuta al pavimento che andrà quindi centrata in corrispondenza di tale esaltazione. Calcoli alla mano ne deriva un’altezza da terra del woofer pari a circa 70cm che si ottiene facilmente utilizzando un piedistallo da 60cm.

Personalmente utilizzo un vecchio piedistallo GM audio specificamente costruito per questo diffusore evitando le punte originariamente previste e con la colonna tubolare riempita di sabbia. La soluzione preferibile all’ascolto si ottiene con la base del piedistallo feltrinata rispetto al pavimento (quattro feltrini) e con i diffusori pure disaccoppiati con quattro feltrini rispetto al piedistallo. Con un’installazione “rigida” invece l’LS3/5a risulta più “ingessato” armonicamente non riuscendo ad ottenere quella spontaneità di emissione di cui potenzialmente è capace. La distanza intermedia Z del metodo sarà quindi vincolata per le ragioni di cui sopra a 70cm. Ciò comporta un rinforzo che parte da 49Hz. La distanza minore X sarà quindi X= Z/1,5 = 47cm (rinforzo da 73Hz) da cui una distanza maggiore Y pari a Z2/ X =104cm (rinforzo da 33Hz). Ricordo che per quanto riguarda la distanza relativa alla parete di fondo va misurato metà pannello frontale più la distanza tra il pannello medesimo e tale parete (in tal modo il pannello posteriore risulta a circa 20cm dalla parete). L’installazione più consona per questo diffusore, come per la maggior parte dei diffusori in sospensione pneumatica che richiedono tre o più rinforzi utili, è un caso B ove si ottiene generalmente l’equilibrio timbrico più convincente. Tuttavia, nell’impossibilità di installarla in tal modo, l’LS3/5a non disdice anche un’installazione caso A. I tre rinforzi utili sono però indispensabili per ottenere un’adeguata estensione in gamma bassa potendo fare a meno del sub e ottenendo di conseguenza la migliore dedizione timbrica.

L’ascolto
L’efficienza molto bassa a causa dell’elevata impedenza costringe all’impiego di un amplificatore da almeno 50W/8ohm (ovvero che possa erogare almeno 25W/16 Ohm) per permettere di esprimere le doti dinamiche che il diffusore concede e che, per stanze di dimensioni adeguate ad una corretta installazione, sono molto meno limitanti di quanto ci si aspetterebbe. E’ consigliabile comunque non oltrepassare questa potenza che è dichiarata anche come quella massima utilizzabile. Questo è l’unico progetto BBC che entra a far parte di questa selezione e guarda caso è l’unico funzionante in sospensione pneumatica, una prerogativa a quanto pare necessaria (ma da sola non sufficiente) per riuscire ad ottenere una dedizione timbrica di rilievo. Come per gli altri diffusori di questa selezione l’LS3/5a è esigente per quanto riguarda la qualità effettiva della catena a monte anche se l’ottimo equilibrio e la notevole capacità di scomparire a fronte delle ridotte dimensioni perdona qualcosa ad elettroniche poco performanti. Con gli LS3/5a il punto critico non è l’equilibrio tra le gamme, da questo punto di vista è anzi uno dei sistemi di altoparlanti più flessibili e facili da installare, ma la capacità di suonare libera (da non confondere con la capacità di scomparire dovuta alle dimensioni ridotte). Molti sistemi che ho avuto occasione di ascoltare terminati con questo diffusore suonavano particolarmente “ingessati” come se la musica trovasse un impedimento, un freno alla spontaneità, con alcuni registri del pianoforte un po’ crudi e alcune voci tendenti ad un accenno di nasalità. Questo è il modo che ha l’LS3/5a per evidenziare un’installazione o un sistema a monte che non gradisce. Quando invece si riesce ad affiancare una catena a monte libera e fluida in grado di riportare trasparenza e freschezza al consueto equilibrio di questo componente, il risultato che si ottiene è di rilievo e ne esce una convincente sonorità. In più di un’occasione mi hanno stupito trovandosi a loro agio in stanze particolari che non erano gradite ad altri validi diffusori. L’LS3/5a 15 Ohm è uno dei pochissimi riferimenti timbrici che risultano pressoché globalmente riconosciuti come tali, ciò non significa che non sia possibile fare di meglio ma che forse la migliore (e più rara) delle loro qualità sia quella di raccogliere diverse ottime caratteristiche in un unico progetto: facilità di collocazione, ridotte esigenze di trattamento ambientale, ottimo corpo sul basso-mediobasso soprattutto se rapportato alle dimensioni, sospensione pneumatica,  ottima coerenza tra le gamme, dedizione timbrica, definizione, ridotte dimensioni da cui deriva un’ottima capacità di sparire, carico facile per l’amplificazione, eccellente trasportabilità. Trovare tutto questo in un unico diffusore è alquanto arduo.

Un buon risultato è quindi facilmente ottenibile con questi BBC, discorso diverso invece se si cerca di farne uscire le massime potenzialità perché in tal caso l’impegno può divenire importante, al pari degli altri diffusori qui trattati. A proposito della scelta dell’amplificazione, l’andamento molto altalenante del modulo d’impedenza di questo progetto rende necessario almeno un accenno sull’importanza di un aspetto spesso trascurato (come talvolta capita agli argomenti scomodi) ovvero la risposta in frequenza su carico reale dell’amplificatore. Questa prestazione è legata all’impedenza di uscita del medesimo: più tale impedenza è ridotta maggiore sarà la linearità di risposta in frequenza nel pilotare qualsiasi carico e maggiore sarà il fattore di smorzamento. In altri termini la risposta in frequenza dell’amplificatore seguirà, quanto più alta sarà la sua impedenza di uscita, l’andamento del modulo d’impedenza del diffusore. Avere un’impedenza di uscita il più possibile ridotta è quindi condizione necessaria ma non sufficiente, ovvero questo aspetto non vi dirà se suona bene o meno un amplificatore ma vi dirà se può farlo senza dare una propria, misurabilissima e udibilissima, interpretazione al segnale in transito. Questo è un macroproblema che comporta variazioni talvolta notevoli (sono arrivato a misurare ondulazioni di risposta in frequenza superiori ai 15dB in taluni casi estremi) e causa effetti all’ascolto lampanti dal momento che le frequenze esaltate coincidono normalmente con quelle di risonanza dei singoli trasduttori. Creare suoni diversi, squillanti e proporli come “migliori” a fronte di banali e cospicue colorazioni è cosa alla portata di tutti ma che non ha nulla a che vedere con la fedeltà. Nessuno tra i diffusori presenti in questa selezione ha un modulo di impedenza lineare e i sistemi di altoparlanti che la storia ci ha consegnato con questa caratteristica si contano sulle dita di una mano per cui, in pratica, occorrerà sempre fare i conti (consapevolmente o meno) con questo problema. La consapevolezza è però quella che talvolta può aiutare a non scambiare lucciole per lanterne, cosa piuttosto frequente in questo settore.

Tornando al carattere di questo diffusore, personalmente l’ho sempre ritenuto il “meno inglese” tra le inglesi così come ritengo le SL1000 viste lo scorso mese (e non solo quelle) le “meno tedesche” tra le tedesche: quando si “scremano” le caratteristiche caratteriali proprie di alcune scuole a fronte di progetti volti ad ottenere il massimo risultato è stupefacente ascoltare la somiglianza timbrica che si riscontra nelle rispettive corrette collocazioni. La “minimizzazione delle caratteristiche proprie” porta inevitabilmente ad una similitudine considerevole tra quei pochi progetti che mirano a questo obiettivo. La qualità risultante è senza tempo, “senza scadenza” appunto.

Conclusioni
Le prime versioni di 15 Ohm hanno ormai assunto quotazioni più consone al collezionismo che alla passione per il buon suono e forse questo aspetto rappresenta il principale difetto di questo diffusore. Se però non avete questo genere di problemi e avete un ambiente adeguato, questo storico progetto BBC permette ancora di dare grandi soddisfazioni. La reperibilità, prestando sempre attenzione alle manomissioni, è ancora buona e dal punto di vista collezionistico rappresentano uno dei componenti più facilmente rivendibili sul mercato dell’usato, praticamente un assegno circolare. Ci si può quindi permettere di tenerne in casa una coppia (o più di una) con la certezza che manterranno o aumenteranno il loro valore. Una caratteristica quest’ultima ad appannaggio di ben pochi oggetti.

Massimo Ambrosini