Consiglio per partire

Buona sera Massimo,
io non sono un esperto o un grosso conoscitore di HiFi ed audio, come credo sia la maggior parte della gente che le scrive e con la quale può scambiarsi interessanti opinioni, ma le assicuro che non le voglio far perder molto tempo. Sono solo Nicola, nato e vissuto sopra un computer, con la passione per la musica, il legno ed il vecchiume. Ho iniziato ad approcciarmi “al suono” qualche settiama fa perchè ho recuperato delle vecchie casse, un subwoofer ed una paio di tweeter (ho scoperto da poco che si chiamano così).. volevo assemblarli in qualche modo ed ho fatto l’errore di cercare in internet il modo corretto procedere: mi si è aperto un mondo. Ora, io non ho pretese, ma vorrei approfondire la cosa per il semplice gusto di farla bene e perchè mi sta incuriosendo molto -e trovo interessantissimo- l’approccio nettamente scientifico alla progettazione delle casse. Un po alla volta sto leggendo tutto ciò che ha scritto sul sito, ma volevo un consiglio su qualche lettura che possa aiutarmi a capire, oltre alla teoria, le dimensioni che deve avere la (o le) casse, se fare un reflex come calcolare il foro, come posizionare i tweeter, ecc.. sono tutte cose stupide, ma credo sia il mio modo per studiare la teoria parallelamente alla pratica, nel mio laboratorio. Forse si, le ho fatto perder troppo tempo, ma non ho il dono della
sintesi, mi spiace.
In ogni caso la ringrazio,
Nicola xxxxxx

Gent.le Nicola
Se ha intenzione di approcciarsi all’autocostruzione di un diffusore con caricamento bass-reflex credo sia riuscito ad intercettare l’unico sito italiano che SCONSIGLIA totalmente questo tipo di caricamento. Non sono quindi la persona più indicata a cui chiedere…
Le consiglio comunque la lettura accorta del sito…potrebbe salvarla da un approccio tremendamente errato dal punto di vista dell’integrità sonora (anche se oggi di gran moda).
Cordiali saluti
Massimo

Grazie per la risposta e per la franchezza.
In realtà cercavo una bibliografia, o sitografia, perché volevo usare ciò che ho in casa come pretesto, e il loro recupero come sprono, per studiare un poco la teoria del suono e la sua propagazione. Lungi da me credere che una cassa costruita nel mio garage possa avvicinarsi ai prodotti professionali.. io purtroppo parto un po prevenuto, e quando trovo orde di appassionati che parlano di frequenze, fasi e rapporti aurei, mi pongo sempre la questione se la competenza non rischi di essere superata da nozioni lette e replicate ed amplificate, piu ascetiche che scientifiche..
È soprattutto un po di studio per acquisire un po di consapevolezza, null altro: non colleziono impianti, non sono un elettrico, elettronico, ecc.. , non seguiró questa moda, o presunta tale, perche non ne sono in grado: volevo rassicurarti su questo.
Ti auguro una buon finesettimana,
Nicola

>se la competenza non rischi di essere superata da nozioni lette e replicate ed amplificate, piu ascetiche che scientifiche..

Porsi questo dubbio comporta già un approccio critico che è sempre un ottimo modo per iniziare. In campo audio è altresì vero che talvolta ci si approccia ad un argomento scientificamente (un ottimo vecchio testo in italiano per il calcolo di diffusori reflex è “Bass reflex” di Paolo Viappiani) ma fissando la propria attenzione sull’aspetto che si ritiene cruciale e non valutando tale aspetto all’interno di un contesto più ampio che ne evidenzia anche i limiti. Purtroppo un reflex ben calcolato funziona ottimamente solo nei dintorni della frequenza di accordo…al di fuori di questa zona, a frequenze maggiori si ha semplicemente che l’emissione posteriore in controfase dell’altoparlante viene (trovando la “porta aperta”) immessa parzialmente in ambiente dal tubo di accordo creando quindi interferenza (che può essere in fase o in controfase in funzione della lunghezza d’onda) con l’emissione primaria. Negli anni 70-80 quando l’hifi vide il suo boom commerciale, si assistette anche alla nascita di quei (rari) progetti di grande rilevanza sonora (vedi “apparecchi rilevanti” sul sito) che sono passati alla storia…nessuno era reflex…il bass reflex non veniva anzi mai preso in considerazione su progetti finalizzati all’alta fedeltà. Poi qualcuno si è accorto che un bel buco praticato su un mobile aveva anche una sua attrattiva estetico / commerciale (oltre che estendere il basso sulla carta) e la frittata fu fatta.
Buono studio
Cordialmente
Massimo Ambrosini